Aperti gli archivi digitali del Parco Archeologico di Pompei

Aperti gli archivi digitali del Parco Archeologico di Pompei

Il Parco Archeologico di Pompei ha reso fruibile i suoi archivi digitali. La consultazione, lo studio, l’ approfondimento sarà consentito non solo a studiosi, ma a tutti. Open Pompei è una immensa banca dati di documenti, informazioni, immagini e video su case, edifici, reperti e affreschi che darà la possibilità di interagire e integrare informazioni utili.

Il sistema sarà anche accessibile attraverso l’App My Pompeii implementata allo scopo di migliorare la visita al sito. L’applicazione ha la funzione di audioguida e permetterà al visitatore di interagire con il Parco inviando segnalazioni nel corso della visita e ricevendo un feedback diretto e immediato. Il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel ha dichiarato: “Attraverso il Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale dell’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale - Digital Library, il Ministero sta attuando un processo di trasformazione digitale di tutti i luoghi della cultura statali che possiedono, tutelano, gestiscono e valorizzano i Beni Culturali, nell’ottica, oltre che della piena accessibilità, anche del miglioramento della tutela e della conoscenza del patrimonio. Con Open Pompeii raggiungiamo un importante traguardo in questo ambito, ma non è assolutamente un punto d’arrivo: la digitalizzazione continuerà anche nei prossimi anni e proprio per questo il feedback degli stessi utenti sarà preziosissimo”.

La banca dati che alimenta il sistema informativo Open Pompeii è frutto di un’aggregazione di dati provenienti dai principali sistemi gestionali in uso a Pompei (SI-Pompei per i dati geografici ed informazioni anagrafiche, SIAV per le informazioni Catalografiche, Tolomeo per le foto storiche di archivio). Il progetto è finanziato con risorse comunitarie del PON Cultura e Sviluppo – Grande Progetto Pompei e l’app con risorse PON Legalità del Ministero dell’Interno. L’ideazione e l’esecuzione è opera di Alberto Bruni del Parco Archeologico di Pompei con la collaborazione di Salvatore Gallo e Fabio Garzia. Il contributo più importante, viene dal Consorzio CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), principale punto di riferimento della ricerca accademica nazionale nei settori dell’Informatica e dell’Information Technology, a cui si aggiunge la collaborazione della Scuola IMT Alti Studi Lucca e del GSSI Aquila (Gran Sasso Science Institute dell’Aquila).

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