Oggi il Codice Atlantico di Leonardo è digitale: è possibile consultarlo on Line sul sito Leonardo//thek@, la piattaforma digitale, curata ed allestita dal Laboratorio Multimediale del Museo Galileo di Firenze in collaborazione con la Commissione Vinciana. La banca dati archivia i 1119 fogli del manoscritto vinciano della Biblioteca Ambrosiana di Milano, collazionabili con i disegni nei fogli pure appartenuti alla fine del Cinquecento allo scultore Pompeo Leoni che sono conservati alla Royal Library della Royal Collection di Windsor, i manoscritti della Biblioteca Leonardiana di Vinci e l’Ente Raccolta Vinciana.
La visione virtuale del Codice, ordinabile cronologicamente pagina per pagina dall’anno 1492 all’anno 1518 e non solo per argomento, ma con carte nella raccolta databili al decennio precedente, è accessibile dal 2020, quando fu pubblicata on Line in occasione delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte del maestro ed è ora completata, integrando con il restauro digitale del Codice Ambrosiano la possibilità di studio ad alta risoluzione di una consistente parte dei testi vinciani pervenuti, l’immenso patrimonio iconografico on Line dell’opera leonardesca. Ad una condizione, che l’avventuroso lettore della pregiata edizione Mondadori delle pagine originali fotografate e restaurate solo digitalmente, sia in grado di interpretare allo specchio la scrittura da destra a sinistra, rovesciata o speculare del Codice Atlantico del genio del Rinascimento, della quale aveva fatto parte anche l’Uomo Vitruviano, il celeberrimo disegno alle Gallerie dell’Accademia di Venezia (fig.1), tecnica non semplicissima, sebbene intuitiva, come tutti sanno, che caratterizza l’opera manoscritta di Leonardo. Con poche eccezioni, tra le quali quella della sua propria firma, leggibile invece da sinistra a destra (fig.2) nel documento che ne è pervenuto, il contratto del 1483 per la Vergine delle Rocce, conservato nell’Archivio di Stato di Milano, autografo ormai leggibile sul manoscritto soltanto con l’ausilio della lampada di Wood ad ultravioletto, anche per passati interventi di restauro troppo invasivi. Ma un’altra firma, nell’anno delle celebrazioni leonardiane, oltre alla data 1503, è stata scoperta sui monti alle spalle della Gioconda (Louvre).
‘Omo sansa lettere’, come amava definirsi, più che una graficizzazione della scrittura, il suo artificio d’inversione del corsivo doveva essere strumentale, una sorta d’inchiostratura con carta assorbente, per mezzo della quale i suoi scritti, anche circolanti, restassero incomprensibili ai più. Chiarezza e segretezza, che con l’aristotelico principio di non contraddizione formano i cardini del naturalismo meccanicistico dell’artista, rivelando come il corpus del Codice Atlantico sia il romanzo della scienza del Quattrocento, l’emozione vitale della natura partecipata dagli esseri viventi, chimica inorganica compresa, attraverso l’armonia dei suoni e la sintesi matematica.