Si è tenuta nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura la Conferenza stampa introduttiva del Ciclo di incontri sulle Missioni archeologiche italiane nel Mediterraneo, che si svolgerà nel corso degli ultimi mesi del 2024 e nel 2025.
L’iniziativa di Italia Nostra è sostenuta e portata avanti da Michele Campisi, Segretario Generale dell’Associazione e dalla storica dell’arte Annalisa Cipriani, che coordina le ideatrici del progetto Maria Teresa Curcio e Francesca Romana Fiano, ricercatrici alla Sapienza Università di Roma. Si avvale inoltre della partecipazione del Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio del MIC, diretto dall’archeologa Alfonsina Russo, del parternariato del Parco Archeologico del Colosseo, sempre del MIC, diretto dall’architetto Simone Quilici, dell’Inasa, Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte, rappresentato dall’archeologo Alessio De Cristofaro, e della collaborazione del Museo delle Civiltà e della Società Geografica Italiana. Ha presenziato inoltre per il Ministero degli Affari Esteri, l’archeologo Gianluca Biscardi, della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale, responsabile del Settore archeologia.
Per il CNR è intervenuta Rosa Lasaponara, mentore dell’uso dei satelliti per l’archeologia. Parleranno, alle date previste di ciascun incontro, rendendoci partecipi direttamente delle loro testimonianze, gli archeologi, gli storici, i docenti, gli studiosi, i ricercatori e i loro collaboratori, che hanno curato singolarmente le missioni italiane nei diversi paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, ciascuna con una propria storia, anche ultracentenaria, nel solco della migliore tradizione della ricerca e della diplomazia italiana ed europea. Per proseguire quel filo conduttore dell'impegno italiano nella vasta area culturale, tuttora significativa non solo per l’identità europea e dei singoli paesi in campo, ma dell’umanità intera e più in generale delle sue origini, a partire dagli insediamenti primordiali, che vi si addensano. Una diplomazia che in quel mare e su quegli itinerari di terra si è spinta attraverso ogni genere di millenarie conflittualità e diffidenze, più che alla scoperta ed all’esplorazione del pianeta, all’insegna dello scambio culturale e commerciale e non solo arrecando e patendone la storica migrazione di popoli, le invasioni militari, le conquiste coloniali e perfino le avventure corsare vicine e lontane, ma, soprattutto nel nuovo millennio, in nome della pace.
Gruppi di individui preparat ed istituzioni, che ne raccolgono anche la memoria, si ostinano ancora a chiamarla non solo storia, con la lettera esse minuscola, ma più sommessamente ‘scienze umane’, sempre di più concentrate sulla necessità di esimersi ed astenersi da tutte le forme di sfruttamento, sfruttamento del territorio compreso. Una politica estera ed una diffusione della cultura, che pretendono di differenziarsi da un’economia di salvaguardia delle frontiere, che consista prevalentemente nell’occupazione di suolo, in Italia come all'estero, e nella costruzione di carceri. Archeomatica, che ha partecipato alla conferenza con l’intervento del direttore editoriale Renzo Carlucci, dal titolo “L’apporto della tecnologia nella “missione archeologica”, raccoglie le adesioni degli esponenti delle missioni e ricostruisce le fila dei poli di maggior impegno di dialogo ed attrazione culturale dei siti archeologici oggetto di ricerca. Alla conclusione sono intervenuti al dibattito Mario Micheli, docente dell’Università di Roma Tre e Paolo Salonia dell’ICOMOS, già direttore di ricerca del CNR.
Qui il link al video registrato della Conferenza: