L’ illuminamento negli spazi museali: un compromesso tra conservazione e fruizione delle opere d’arte

L’ illuminamento negli spazi museali: un compromesso tra conservazione e fruizione delle opere d’arte

Una gamma completa di strumenti per l’analisi della luce nel campo del visibile e ultravioletto consentirà una più semplice valutazione dell’esposizione alla radiazione luminosa, garantendo il migliore compromesso tra conservazione e fruizione.

La luce gioca un ruolo fondamentale negli ambienti museali. Solo un’adeguata illuminazione permette al visitatore di apprezzare e comprendere appieno le opere o i materiali all’interno degli spazi espositivi: l’illuminazione delle esposizioni deve rispondere all’obiettivo di presentare gli oggetti in modo tale che essi possano essere ammirati pienamente in termini di forma, colore e dettagli, ma anche creando suggestivi di giochi di luce, ombre e penombra. Tuttavia, non è sufficiente illuminare gli oggetti nel modo più efficace o esteticamente migliore, ma è necessario farlo nel pieno rispetto del problema della conservazione, specie se in presenza di superfici fotosensibili o nel caso in cui l’illuminazione possa produrre riscaldamento, accelerare reazioni chimiche, la deposizione del particolato sospeso o favorire lo sviluppo di microorganismi. I danni provocati dalla radiazione luminosa sia naturale che artificiale sono quindi altrettanto importanti e gravi quanto quelli provocati dalle escursioni di temperatura e umidità relativa o ancora peggiori, in quanto spesso impercettibili all’occhio umano. In particolare, il problema del danno fotochimico è particolarmente delicato in quanto l’intensità dell’azione fotochimica è legata in modo diretto alla radiazione cumulata nel tempo.

L’International Commission on Illumination (CIE) ha classificato i diversi materiali a seconda della loro diversa sensibilità alla luce, ponendo i limiti per i livelli di illuminamento e a riguardo dell’esposizione totale annuale di luce. Le superfici dei materiali vengono classificate in termini di quattro livelli di sensibilità fotochimica: nessuna, bassa, media o alta. 

La società Ascisse s.r.l., specializzata nel settore degli strumenti di misura e di controllo ambientale, propone una gamma completa per l’analisi spettrale della luce nel campo del visibile (380nm – 780nm) e ultravioletto (220nm – 400nm), con sensori di misura intercambiabili e calibrati. La strumentazione a disposizione è completa per l’esame delle varie sorgenti luminose quali lampade a incandescenza, fluorescenti, allo stato solido (LED), alogene o ad alogenuri metallici. Oltre allo studio di illuminamento (lux), irradiamento (W/m2), e luminanza (cd/m2) lo studio delle altre grandezze foto-colorimetriche quali la temperatura di colore correlata, le coordinate tricromatiche, l’indice di resa cromatica è necessario per eseguire un controllo accurato delle caratteristiche colorimetriche delle sorgenti installate. In ambito museale, un’elevata resa cromatica è infatti necessaria per valorizzare la qualità degli oggetti esposti.

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Il danno da radiazione luminosa potrebbe essere provocato anche da sorgenti luminose senza componente UV: il pericolo in questo caso sarà quindi dato dall’intensità e dalla durata dell’illuminamento. In questo senso, è preferibile controllare l’esposizione espressa in lux per ora (lux/h). Per farlo sono a disposizione una serie di datalogger appositamente sviluppati per gli ambienti museali, perfettamente integrabili e discreti. Inoltre, la possibilità di visualizzare i dati in tempo reale in una piattaforma web o cloud, consente di effettuare monitoraggi a lungo termine senza dover spostare i datalogger per lo scarico dei dati.In conclusione, facendo le opportune misurazioni, l’utilizzatore avrà la possibilità di scegliere la sorgente luminosa più confacente alle proprie esigenze, valutando pro e contro di ogni lampada in funzione delle aspettative. Un’opportuna misurazione delle grandezze fotometriche di maggiore interesse, consentirà inoltre di valutare l’eventuale necessità di modificare la distribuzione spettrale della sorgente luminosa e l’adeguatezza dei livelli di illuminamento. Una conoscenza completa delle caratteristiche ottiche delle sorgenti utilizzate consentirà infatti di scegliere se sia opportuno ricorrere all’uso di filtri assorbenti nell’UV o filtri per le eventuali le correzioni cromatiche. 

Per maggiori informazioni sui sistemi e servizi offerti consultare il sito Ascisse.

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