Indagini diagnostiche per il restauro del Crocifisso di Donatello

crocifisso donatello restauroSarà in mostra al Museo Diocesano di Padova il Crocifisso di Donatello recentemente restaurato. La mostra “Donatello svelato. Capolavori a confronto. Il crocifisso della chiesa dei Servi a Padova, della Basilica del Santo e di Santa Croce a Firenze” aprirà il 27 marzo fino al 26 luglio 2015.

Il Crocifisso è stato "svelato" grazie ad una recente attribuzione ed ad un restauro voluto dal Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici del veneto Ugo Soragni e curato dalla Soprintendenza per beni storici, artisti ed etnoantropologici per province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso nel laboratorio di Udine.

L'attribuzione argomentata da Caglioti su basi stilistiche aveva suscitato qualche perplessità ma il restauro ha confermato quest'attribuzione.
L'opera, infatti, è una la scultura lignea che nel tempo aveva acquisito l'aspetto di un bronzo a causa di numerose ridipinture. La Soprintendenza ha quindi richiesto, dopo l'attribuzione, un primo finanziamento per una campagna diagnostica preliminare, comprendente: lo smontaggio del Crocifisso; la realizzazione della radiografia integrale; la scansione 3D integrale; indagini chimico-stratigrafiche; tasselli di pulitura; consolidamenti localizzati; campagna fotografica. Il finanziamento è stato ottenuto nell’esercizio finanziario 2011 della programmazione ordinaria del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e le indagini sono state prontamente eseguite.


Le attività diagnostiche hanno permesso di conoscere lo stato di conservazione dell'opera. Grazie al rilievo 3D realizzato dalla società vicentina Unocad è stato ottenuto un calco virtuale della scultura impiegato per realizzare un guscio protettivo in negativo in polistirolo compatto per il trasporto il alta sicurezza.

Nel mese di luglio 2013 è stata eseguita una TAC integrale presso il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale, dove la minuziosa indagine  ha confermato l’ottimo stato conservativo del supporto.

"Al ritorno a Udine è quindi stata rimossa la ridipintura a finto bronzo, forse data in due mani successive e costituita dalla successione di quattro strati: 1) la preparazione, a base di bianco di zinco, bianco di bario, carbonato di calcio; 2) una stesura di porporina; 3) uno strato nel quale erano presenti, in un legante oleoso, ocra gialla, blu di Prussia, ossido di cromo verde oltre a bianco di bario e bianco di zinco; 4) una sottile stesura di vernice. L’operazione, effettuata con miscele solventi opportunamente testate, ha permesso di recuperare l’aspetto policromo della scultura e i suoi corretti valori plastici grazie all’eliminazione di stuccature e piccoli rifacimenti di legno incoerenti. Sul Crocifisso, sotto la patina a finto bronzo, non erano presenti ulteriori ridipinture, ma strati di manutenzione (resine, colle, gomma lacca) e sedimenti di nero fumo (fumo delle candele) e sporco superficiale.

Nel corso di questa fase dell’intervento è stata eseguita una ripresa a raggi UV del manufatto, che ha evidenziato un diverso grado di sedimentazione dei materiali di deposito e manutenzione in corrispondenza delle cosce e dei glutei: il risultato delle riprese conferma che il Cristo, per un lungo periodo, ha avuto un perizoma lungo di stoffa. L’ultimazione della pulitura ha messo in luce la raffinata policromia a olio, stesa a velature; le parti più sporgenti del corpo si presentano arrossate, memoria dei flagelli patiti, e sono realizzate sopra una imprimitura rossa. Rosso è anche il sangue che sgorga dalle ferite, reso più realistico dal rilievo dato alle colature per mezzo di spessori di gesso. In questo momento è in corso la stuccatura delle lacune presenti in tutto il corpo; queste ultime saranno risarcite con un impasto a base di gesso e colla e quindi opportunamente levigate. Seguirà l’integrazione pittorica ad acquerello, con tecnica riconoscibile e reversibile".

 

"La mostra ospitata nella scenografica Salone dei Vescovi sarà così l’occasione, storica, di ammirare riuniti per la prima volta tutti e tre i Crocifissi che Donatello produsse nel corso della sua vita: quello realizzato per la chiesa di Santa Croce in Firenze (1406-08) - oggetto di una celebre gara con l'antagonista Filippo Brunelleschi raccontata da Giorgio Vasari nelle sue Vite -, quello dei Servi e quello bronzeo della Basilica di Sant'Antonio (1443-1449) a Padova.
Un'opportunità assolutamente unica e inedita di osservare da vicino i tre capolavori, leggendo attraverso di essi il percorso compiuto dall'artista dagli anni giovanili alla piena maturità, e di confrontarsi con il fulcro del messaggio cristiano attraverso l'interpretazione che un grande artista del Rinascimento ne ha dato nel corso della sua esistenza.

L’opera restaurata sarà accompagnata da un’esaustiva documentazione attraverso la quale il pubblico avrà modo di avvicinarsi dettagliatamente alle varie fasi del restauro e alle indagini tecniche che lo hanno preceduto, indagini per le quali un notevole contributo è stato dato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e dal Centro Conservazione e Restauro 'La Venaria Reale'".

 

Pagina Facebook della Mostra: 2343ec78a04c6ea9d80806345d31fd78-gdprlock/donatellosvelato 

Fonte ed Immagine: Studio Esseci

 

Leggi anche: Ilcrocifisso di Donatello sotto esame

 

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