Biotecnologie microbiche per strategie di Conservazione e di Restauro sostenibili

Biotecnologie microbiche per strategie di Conservazione e di Restauro sostenibili

L’ENEA, all’interno dei suoi centri di ricerca, ha sviluppato prodotti, tecniche, procedure e servizi per offrire soluzioni a diverse problematiche di restauro, dalla diagnosi del biodeterioramento a problemi di pulitura e consolidamento di opere d’arte.

Si tratta di metodologie innovative, che presentano indubbi vantaggi in termini di selettività dell’intervento, sicurezza per l’opera d’arte, assenza di tossicità, basso costo e ridotto impatto ambientale. Offrono pertanto un valido strumento per la transizione verso un mercato di prodotti sostenibili, di origine naturale e privi di tossicità.

L’ENEA offre servizi avanzati per soluzioni biotecnologiche in grado di dare risposte ad esigenze specifiche dei restauratori per problemi di difficile soluzione.
L’applicazione delle tecniche ENEA di biorestauro per biopulitura è già in corso su opere di grande rilievo ad esempio all’interno dei Musei Vaticani e di Palazzo Farnese a Roma; inoltre il progetto «biorestauro» dell’Agenzia ha vinto il Premio Smart Communities, SMAU-Bologna 2015.

L’utilizzo di biotecnologie microbiche per la pulitura attraverso i microrganismi capaci di rimuovere depositi di varia natura è una delle metodologie con maggiori potenzialità.
All’interno del Laboratorio ENEA di Biogeochimica ambientale è stata sviluppata una collezione di microrganismi denominata “ENEA-Lilith”, costituita ad oggi da circa 600 ceppi ambientali, spontanei e non patogeni. Per la biopulitura i microrganismi vengono immobilizzati in matrici diverse al fine di realizzare impacchi “su misura” (micro-pack) che non lascino residui sull’opera dopo il trattamento. Applicazioni di biorestauro sono state eseguite con successo da ENEA su porzioni delle logge affrescate della Casina Farnese sul Palatino, nella Galleria dei Carracci a Palazzo Farnese, presso i Musei e i Giardini Vaticani. Altre collaborazioni riguardano il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, la Domus Aurea, la Galleria Nazionale di Arte Moderna.

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Diversi studi hanno evidenziato la difficoltà di definire in modo esauriente la complessità delle comunità microbiche sulle superfici monumentali e nel riconoscere, tra gli organismi colonizzatori, i biodeteriogeni responsabili dell’innesco del processo di degrado. Da qui l’importanza di individuare trattamenti efficaci che siano duraturi nel tempo, poco invasivi e ambientalmente più compatibili rispetto ai biocidi commerciali a largo spettro, che generano resistenze e diventano inefficaci.
Una diagnosi precoce ed accurata è quindi un fattore chiave per l’attuazione di una strategia di conservazione adeguata, poiché fornisce una base ragionevole per lo sviluppo di protocolli di monitoraggio e per la prevenzione del danno. L’insieme delle tecniche biotecnologiche permette di ottenere una diagnosi approfondita del biodeterioramento e di stabilire se l’alterazione sia ascrivibile ad uno o più microrganismi isolati e di individuare, quindi, trattamenti selettivi.

Fonte: ENEA

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