Sostenere il patrimonio con nuove idee e nuove tecnologie

tempio paestum_wikiUna opportunità da non perdere quella del bando di gara della Fondazione Accenture che con una mirabile visione strategica ha messo in palio un milione di euro per la migliore idea che possa dare un nuovo impulso alla conservazione e fruizione sostenibile dei beni culturali attraverso le nuove tecnologie.

Una conservazione diversa non più vista come un onere pesante per la comunità che deve forzatamente investire parte dei suoi redditi per la manutenzione di un patrimonio altamente vulnerabile e spesso infruttifero. La formula chiave alla base del tutto è la sostenibilità autonoma dell’idea.

Sono anni che assistiamo alla perdita di ingenti risorse per interventi spesso scriteriati e non effettuati all’interno di un organico piano complessivo che veda il ritorno degli investimenti effettuati. Lo sperpero effettuato nel campo dell’informatizzazione nel Ministero per i Beni Culturali ne è un esempio e ancora ad oggi fatichiamo ad avere un sistema di Catalogo dei beni accessibile e che sia da esempio mondiale, come meriteremmo di avere. Eppure pur essendo stati i primi a formulare metodi e standard di catalogazione ancora oggi altamente validi ed esemplari, abbiamo mancato al tempo debito l’integrazione con altri interventi internazionali,  come ad esempio l’inserimento tardivo e passivo dello standard ontologico del Dublin Core.

Ma tornando alle idee per il bando di gara, riportato nel sito ideatre60.it, non possiamo che dare atto dello stimolo che tale azione ci sta dando per cercare di comprendere come fare a riportare l’interesse dei giovani specialmente in questo settore.

La sostenibilità va ovviamente vista attraverso la fruizione del bene che deve essere oggi sicuramente scalabile in funzione dell’utente e rapportata probabilmente alle sue possibilità economiche, dalla possibilità di visita gratuita che andrebbe estesa ad almeno un giorno alla settimana per tutti i beni pubblici (una sorta di Open Access per la sua diffusione) fino alle remote idee, che vagano attualmente nel nostro mondo, di fruizione personalizzata con costi superiori intesi come introiti singolari, accompagnati da interventi di salvaguardia.

E qui possono nascere moltissimi sistemi che vanno dalla manutenzione preventiva, tanto promossa dalle personalità che hanno segnato il Restauro italiano dai primi anni ’50 del secolo scorso fino agli ultimi interventi della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale. Oppure si può pensare alla fruizione di siti e monumenti in Realtà Aumentata, per la quale si è finalmente aperto oggi uno spiraglio per la sua effettiva praticabilità tramite le device che Google stesso sta introducendo per la sovrimpressione di immagini digitali alla visione reale tramite un occhiale dedicato. Ma anche idee dedicate alla commercializzazione dei prodotti specifici per la conservazione e il restauro possono trovare la loro validità, in considerazione della notevole esperienza effettuata nei nostri cantieri. Ad esempio un database degli interventi, dei risultati, dei prodotti collegati, delle tecniche utilizzate da mostrare al mondo come eccellenza stessa della produzione italiana in tale difficile settore. Come mostrarlo non saprei dire, ma certo seguendo il trend del momento, un Open Access su Dati Open, ovviamente utilizzando un sistema Open Source.

Quello che invece suggerisco di non fare è la produzione di piccoli inutili progetti dedicati a singoli monumenti, opere o siti che sarebbero solo fini a se stessi, andando ad incrementare la schiera degli ormai fallimentari progetti ICT sui beni culturali che ripartono tutti da zero, senza considerare i risultati già raggiunti da altri.

 

Foto: Area Archeologica di Paestum, da Wiki Commons, foto di Federica Marino, finalista al Concorso Fografico Wiki Loves Monuments Italia 2012. 

Ulteriori autorizzazioni richieste dal "Codice dei beni culturali e del paesaggio" (Codice Urbani), d.lgs n. 42 del 22 gennaio 2004 e successive modificazioni, per il riutilizzo dell'opera

La presente immagine riproduce un bene appartenente al patrimonio culturale italiano in consegna allo Stato; l'attuale normativa contemplata agli artt. 106 e segg. del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio - non riferibile alle normative di diritto d'autore - prevede un sistema a tutela e salvaguardia del carattere storico artistico dei beni e delle relative esigenze di decoro, nonché il pagamento di un canone di concessione da parte di chi intenda trarre utilità economiche dirette o indirette dalle immagini riproducenti beni culturali appartenenti al patrimonio culturale italiano in consegna allo Stato. La riproduzione della presente immagine è autorizzata per uso personale o per motivi di studio. È necessaria l'ulteriore autorizzazione da parte del Ministero per i beni e le attività culturali per la riproduzione per scopi diversi e, in particolare, per fini di lucro, anche indiretto, ivi inclusa l'associazione, con qualunque modalità e in qualunque contesto, dell'immagine suddetta a messaggi pubblicitari di qualsivoglia genere, ovvero al nome, alla ditta, al logo, al marchio, all'immagine, all'attività o al prodotto di qualsivoglia soggetto.

 

Related Articles