Applicazioni Geomatiche

La geomatica, quella disciplina che si occupa della conoscenza della superficie terrestre, svolge un ruolo chiave in tutti i settori relativi allo sfruttamento e alla protezione del Territorio, con metodi e strumenti tecnologici che ci consentono di misurare con precisione le dimensioni e le caratteristiche di qualsiasi oggetto.
La stessa tecnica fornisce molteplici soluzioni per la documentazione e l'analisi di beni culturali specialmente se consideriamo l'importanza della documentazione per la conservazione.
Le tecniche utilizzate sono molteplici e vanno da quelle più tradizionali quali la topografia, la fotogrammetria, la geodesia, la cartografia, a quelle più recenti quali i sistemi di posizionamento satellitare, l'image o il laser scanning 3D, il telerilevamento con sensori che vedono oltre la visione umana ed i sistemi informativi geografici che, nella distribuzione web-gis, trovano un
importante metodo di disseminazione e distribuzione di informazioni.

Gli articoli che vi presentiamo in questo numero (1-2012) sono una testimonianza dell’uso di tali tecniche per le quali spesso ci si spinge oltre i classici procedimenti canonici alla ricerca di soluzioni alle particolari situazioni dei beni culturali.
Le indagini nell’Oasi di Farafra in Egitto, nel resoconto che vi proponiamo a cura di un gruppo di ricercatori, dimostrano appieno il vantaggio di utilizzazione delle tecniche geomatiche e in particolare la collaborazione tra istituzioni di ricerca umanistiche e scientifiche, quali una Missione Archeologica e le risorse di un area scientifica dedita alla geomatica come quella della Facoltà di Ingegneria alla Sapienza di Roma.
Dalla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Ravenna abbiamo ricevuto le interessanti applicazioni di origine fotogrammetrica che sono servite ad effettuare i rilievi 3D di una superficie mosaicata, superando quindi il classico rilievo bidimensionale sul piano musivo.
In questo caso il rilievo tridimensionale, reso possibile da tecniche scanner laser, offre una quantità di informazioni di dettaglio di indubbio valore come l’orientamento della singola tessera rispetto al piano del supporto e lo scostamento dal piano medio delle tessere stesse.
Due applicazioni GIS, rispettivamente quella della Mappa del Rischio del Patrimonio Siriano e quella della indagine svolta sugli Acquedotti di Roma antica, mostrano le complesse situazioni che possono essere analizzate con le tecniche dei Sistemi Informativi Territoriali, che hanno la peculiare capacità di mostrare gli aspetti della georeferenziazione di oggetti appartenenti al Territorio o che ad esso siano stati strappati come nel caso della musealizzazione di reperti archeologici.
Sempre con tecnica laser scanner si è intervenuti su una imbarcazione storica al fine di ricavare i piani di costruzione per poter procedere al restauro. Anche in questo caso le nuvole di punti si dimostrano come un importante contenitore di informazioni che possono fornire velocemente delle semplici proiezioni ortogonali o delle sezioni e, con un pò più di elaborazione successiva, delle ortofoto, oppure dei splendidi modelli 3D, il cui uso però ancora oggi richiede un
adattamento delle nostre consuete modalità di trattamento dei dati, ancora molto ancorati al piano bidimensionale della carta.
Il passaggio pieno al 3D è ancora in atto e le procedure tradizionali dei cantieri di restauro hanno bisogno di facili strumenti il cui uso sia acquisito e tradizionalmente testato dagli operatori, ma si cominciano ad intravedere i segni della possibilità di sostituzione del classico piano degli interventi su carta con un modello visibile su una device. Daltronde le prime stampanti 3D sono in vendita come le stampanti tradizionali.

(Editoriale di Renzo Carlucci - numero 1-2012 della Rivista Archeomatica)

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