Il nuovo percorso virtuale del Museo Civico Medievale di Bologna

Il nuovo percorso virtuale del Museo Civico Medievale di Bologna
FIG. 1 - Statue della Mercanzia: san Petronio: esempio di approfondimento di un oggetto esposto nel museo civico Medievale di Bologna nella visita virtuale 3D ART XP di Publics ICC (foto ibm)

Il Museo Civico Medievale di Bologna presenta una nuova modalità di fruizione, grazie alla collaborazione con Publics ICC - start-up attiva nell'ambito della ideazione e realizzazione di software e soluzioni innovative - nasce 3D ART XP, un nuovo percorso virtuale a libera accessibilità, un'esperienza di visita completa e propulsiva grazie all'integrazione tra innovative tecnologie digitali 3D e contenuti audiovisivi.

Le collezioni saranno esplorate da un diverso punto di vista: l’esperienza di visita si articola in sette percorsi tematici introdotti da brevi contrappunti narrativi in forma di clip, visibili anche sul canale YouTube di Publics ICC, che illuminano alcuni dei principali aspetti storici e storico-artistici di Bologna durante il Medioevo.

Ai percorsi tematici è collegato un catalogo tridimensionale di 45 manufatti artistici che permette di apprezzare dettagli e caratteristiche non visibili a occhio nudo, grazie a un processo di scansione con scanner mobili a luce strutturata, in grado di acquisire contemporaneamente forme e texture, e la riproduzione 3D con software di modellazione di ultima generazione.

La procedura di consultazione del modello prevede le principali modalità di interazione: movimento lineare, rotazione, variazione del punto di vista e la consultazione di una scheda descrittiva con le caratteristiche specifiche di ogni oggetto. A ideale completamento del percorso virtuale 3D ART XP, rimane consultabile sul portale www.storiaememoriadibologna.it lo scenario tematico dedicato al Lapidario, che consente una passeggiata virtuale nella raccolta di 41 manufatti lapidei, ‘fogli di pietra’ in cui sono incise vicende pubbliche e private sullo sfondo della vita quotidiana bolognese tra Alto Medioevo e XVII secolo.

Sfruttando le potenzialità della rappresentazione virtuale, il museo diventa fruibile online in una duplicazione digitale fedele allo spazio "reale": dalla configurazione architettonica dell'edificio dove ha sede dal 1985 - lo splendido Palazzo Ghisilardi, uno degli esempi più illustri di palazzo rinascimentale bolognese - all'ordinamento del complesso patrimonio che contribuisce a raccontare la storia di Bologna, a partire dagli antichi manufatti altomedievali del VII-IX secolo fino al XVI secolo. All'esperienza di visita fisica negli spazi del museo si affianca così, senza sostituirla, una diversa forma di fruizione che contribuisce ad ampliare l'offerta informativa sul patrimonio e rendere il pubblico più consapevole e desideroso di avvicinarsi, per la prima volta o per tornare ad esplorarne le collezioni da un diverso punto di vista.

L'utilizzo di tecnologia laser a luce strutturata ha permesso di realizzare scansioni reali in alta risoluzione di tutti gli ambienti espositivi nella loro interezza, liberamente percorribili su qualsiasi tipo di device. Muovendosi all'interno dei 4 piani in cui si articola la planimetria virtuale, l'utente può esplorare lo spazio 3D ruotando il modello con qualsiasi angolazione a 360° per apprezzare appieno il layout e il modo in cui ogni sala è correlata rispetto all'intero ambiente. L'inserimento di punti di interesse dinamici tridimensionali (hotspot) consente inoltre un accesso veloce ad approfondimenti di carattere tecnico, storico e artistico attraverso contenuti audiovisivi di storytelling, realizzati con la consulenza scientifica dello staff del museo.

A dare il benvenuto e accogliere il visitatore nel cortile di Palazzo Ghisilardi è il direttore Massimo Medica, che ne ripercorre la complessa stratificazione storica, definendolo di per se stesso “un museo nel museo”, per il radicamento nel tessuto urbano e i diversi livelli descrittivi plurisecolari di cui reca la testimonianza.

Non si tratta di un virtual tour o perlomeno non solo”, dichiara il direttore del Museo, perchè il progetto consente di acquisire “una serie di elementi che aiutano ad approfondire e leggere gli oggetti, invitando alla visita diretta”. Anche il taglio divulgativo “non è eccessivamente didattico”, spiega l’ad di Publics Icc, Dario Ghiggi, proprio per “stimolare un approfondimento che deve avvenire all’interno del Museo” e questo può accadere “prima, durante o dopo la visita”.

Fonte: Museo Civico di Bologna


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