Haltadefinizione collabora con il FAI

 Haltadefinizione collabora con il FAI

Fig. 1 - Dettaglio, Giovanni Battista Moroni, Ritratto di Giovanni Gerolamo Grumelli (Il cavaliere in rosa), 1560 (Palazzo Moroni, Bergamo © Haltadefinizione Image Bank | Su concessione del FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano)

Nel cuore di Bergamo alta in via Porta Dipinta, sorge il seicentesco Palazzo Moroni, appartenente per secoli alla famiglia Moroni, nel 2019 è stato acquisito dal FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano. Caratterizzato da una ricca collezione d’arte, da ricchi arredi e da un giardino all’italiana con vasta ortaglia, dopo tre anni di intensi lavori di restauro è possibile visitarlo in tutta la sua dovizia. Nell’ambito delle attività di restauro del celebre palazzo bergamasco, Haltadefinizione, tech company specializzata nella digitalizzazione di beni culturali, ha avviato una collaborazione con il FAI ed il progetto è stato avviato con l’acquisizione in gigapixel di una selezione di dipinti di Palazzo Moroni.

 

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Fig. 2- Giovanni Battista Moroni, Ritratto di Giovanni Gerolamo Grumelli detto del Cavaliere in rosa, dettaglio (Palazzo Moroni, Bergamo, Foto Barbara Verduci © FAI)

 

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Fig. 3 - Giovanni Battista Moroni, Ritratto di Giovanni Gerolamo Grumelli detto del Cavaliere in rosa, dettaglio (Palazzo Moroni, Bergamo, Foto Barbara Verduci © FAI)

Le immagini dei dipinti ad altissima risoluzione, tra cui i capolavori di Giovan Battista Moroni, sono ora online nell'Image Bank del sito di Haltadefinizione,  grazie all’ elaborazione e unione di singoli scatti fotografici a porzioni del medesimo soggetto, ricomposti grazie ad algoritmi appositamente studiati. A partire dall’altissima definizione delle immagini gigapixel, la tech company ha inoltre realizzato tre accurate repliche dei ritratti di Giovan Battista Moroni, esposte nella Sala dell’Età dell’Oro del Palazzo che sostituiscono gli originali temporaneamente in prestito per la mostra “Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo”, organizzata dalle Gallerie d’Italia di Milano e aperta fino al primo aprile 2024.
Questa avanzata tecnologia, certificata dall'Istituto Centrale del Restauro, si pone come obiettivo il monitoraggio dello stato di conservazione delle opere e la valorizzazione delle collezioni del FAI attraverso approfondimenti, analisi comparative, attività di studio e ricerca.

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