E se usassimo le StoryMap per documentare uno scavo archeologico?

E se usassimo le StoryMap per documentare uno scavo archeologico?
The Kingdom of Copper story map. Co-authored by Matthew D. Howland, Brady Liss, Mohammad Najjar, and Thomas E. Levy

La ricerca archeologica studia a fondo i processi della vita passata analizzando spesso le relazioni geografiche tra popolazioni. Il ruolo del commercio e degli scambi di merci a distanza, nello sviluppo della complessità sociale e delle vite economiche della gente comune nel passato, è un tema ricorrente e l'analisi spaziale con il GIS e la modellazione 3D con la fotogrammetria, può offrire quella tecnologia che tempo fa si proponeva avveniristica e riservata ai pochi esperti, ma ora entrata nei processi ordinari.

Attività come quella della cyber-archeology (citiamo ad esempio quella descritta tempo fa da Maurizio Forte della Duke University) possono essere illustrate meglio usando la narrazione, sia nella ricerca che nell’interpretazione archeologica, facendo uso delle attuali piattaforme digitali, come le StoryMaps di Esri che consentono di condividere ampiamente queste storie.

Un esempio interessante è fornito dalla narrazione del Regno del Rame in Giordania da cui l'immagine sopra: The Kingdom of Copper story map. Co-authored by Matthew D. Howland, Brady Liss, Mohammad Najjar, and Thomas E. Levy .

L'archeologia è davvero un campo fondamentalmente narrativo, come documentano ampiamente Franco D'Agostino e Licia Romano nella avventura tracciata nella scoperta del sito archeologico di Abu Tbeirah in Mesopotamia, con la pubblicazione scientifica si, ma in Open Access, disponibile qui: Abu Tbeirah. Excavation I .

Gli archeologi possono anche fornire informazioni su come apprendono le storie delle civiltà antiche, mostrando alcuni dei set di dati che acquisiscono e come li acquisiscono, mescolando storia e archeologia con mappe interattive, video e altri contenuti multimediali. Raccolgono prove da molte fonti diverse, usando metodi diversi, e quindi usano tali informazioni per capire meglio come vivevano le persone nell'antichità. Molte di queste fonti di prove oggi sono digitali, come i dati GIS, le fotografie digitali, i video e i modelli 3D.

In archeologia, tutto ciò che sappiamo non deriva dalla ricerca di singoli artefatti, ma dalla comprensione degli artefatti nel contesto. Comprendere le relazioni spaziali in archeologia è fondamentale.

Le Storymap possono servire per raccontare storie specifiche inclusa la necessità di disseminazione sul rischio del patrimonio culturale.

Il patrimonio culturale mondiale è sempre minacciato da una vasta gamma di pericoli, tra cui i cambiamenti climatici, lo sviluppo urbano e industriale, la guerra e la distruzione intenzionale, il degrado dei materiali. Un esempio di StoryMap destinata ad aumentare la consapevolezza di questi rischi è qui:  Cultural Heritage Risk at Khirbat en-Nahas, Jordan.

Gli archeologi che debbono seguire il loro percorso accademico universitario spesso descrivono le loro scoperte su riviste accademiche, volumi pubblicati a stampa e altre pubblicazioni accademiche che non hanno molte possibilità di filtrare nel grande pubblico. 

Hanno però il dovere e la responsabilità morale di dare accesso aperto ai contenuti e ai risultati diffondendoli in modalità anche accattivante per lettori non specializzati.

Molti dei set di dati digitali che raccogliamo oggi si prestano facilmente a essere condivisi su sistemi GIS, che spesso però sono locali e non consentono di stabilire relazioni con il contesto ma servono solo a descrivere la zona dello scavo. Piattaforme digitali narrative come le ArcGIS StoryMaps possono fare la differenza nella comunicazione e la disseminazione delle informazioni da trasmettere alle persone interessate e coinvolgerle nel processo di apprendimento di come si comprende il passato.

 

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