Appello per i reperti di una imbarcazione di epoca antichissima scoperta a 780 metri di profondità in Adriatico

Appello per i reperti di una imbarcazione di epoca antichissima scoperta a 780 metri di profondità in Adriatico

Nel corso del convegno «Donne di Magna Grecia» organizzato a Taranto tra il 26 e il 28 settembre 2019 dall'Istituto per la Storia e l'archeologia della Magna Grecia, è stato annunciato un importantissimo rinvenimento di un giacimento di reperti archeologici durante i lavori preparatori alla tubazione nel tratto sottomarino del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) che collegherà l’Azerbaijan alla Puglia. Come riportato dal sito LecceSette e dal Nuovo Quotidiano di Puglia in data 28 settembre 2019, nella parte conclusiva dell'incontro, trasmesso in streaming, la dottoressa Maria Piccarreta, Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto ha fatto riferimento «ad un progetto nuovo, che si riferisce ai lavori nell'ambito delle operazioni di sorveglianza per la realizzazione del gasdotto nelle acque italiane, confinanti con quelle albanesi».

Tutto sarebbe partito dalla ricognizione effettuata per rilevare eventuali ordigni. 

«È stato individuato un giacimento di reperti archeologici», ha detto Piccarreta, che ha subito specificato che «la società si è mostrata subito disponibile per l'approfondimento dei reperti». In questo modo sarà più semplice risalire in breve tempo al periodo storico dei resti del relitto reperti. «Abbiamo pro-ceduto, almeno in parte, al recupero di questi reperti», aveva detto la soprintendente, precisando che il ritrovamento è avvenuto ad oltre 750 metri di profondità, utilizzando tra l'altro sistemi di tecnologia avanzatissimi.
Il rinvenimento di reperti in questione farebbe riferimento, in particolare, ad un relitto di un'imbarcazione di epoca antichissima e antecedente al periodo romano, intercettato dalle sofisticate attrezzature subacquee di Tap; la profondità estremamente elevata di tale rinvenimento, disperso su un fondale di 780 metri di profondità, rappresenterebbe ad oggi il relitto più profondo mai indagato;
Di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Brindisi, Lecce e Taranto, Tap ha fornito il proprio supporto nel recupero dei reperti interessati mettendo a disposizione tecnologie d'avanguardia solitamente utilizzate nell'ambito della pratica subacquea industria-le tipica del settore oil & gas. Tutte le operazioni avvengono in corso avvengono con la direzione scientifica di funzionari e tecnici della Soprintendenza e la supervisione tecnica di archeologi professionisti del team Tap con pluriennale esperienza nel campo degli interventi in ambiente sommerso.
Ci si aspetta, secondo una interrogazione parlamentare presentata in merito dal deputato Michele Nitti (M5S), il 18 ottobre scorso nella seduta della Commissione Cultura che il MIBACT intervenga affinché i reperti archeologici di eccezionale rilevanza rinvenuti nel corso dei lavori di realizzazione del gasdotto Tap e quelli non ancora recuperati non vengano dispersi, ma siano posti in sicurezza e successivamente debitamente valorizzati. 

Di recente era stato scoperto con il Side Scan Sonar Edgetech 2200 il relitto del galeone spagnolo San Jose - ricercato dai cacciatori di tesori per oltre 300 anni. Scoperto il 27 novembre 2015 era stato reso pubblico solo di recente. La ricerca è stata effettuata da un veicolo subacqueo autonomo (AUV) dotato di SSS EdgeTech 2200. Il San Jose era un galeone da 62 cannoni di una flotta spagnola che trasportava oro, argento e smeraldi dalle miniere del Perù in Spagna. Vedi articolo qui: https://www.archeomatica.it/documentazione/reso-pubblico-di-recente-i-dati-raccolti-da-un-veicolo-subacqueo-autonomo-del-naufragio-piu-prezioso-di-tutti-i-tempi

 

 

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