Lo studio è un esempio di applicazione delle tecnologie di visual computing di ultima generazione all’Assiriologia, disciplina che studia le civiltà della Mesopotamia antica. Fotogrammetria, scanner a luce strutturata e Reflectance Transformation Imaging sono stati messi a confronto per dimostrare come queste nuove tecnologie possano migliorare la fruizione e lo studio delle tavolette cuneiformi, ovvero supporti di argilla su cui sono stati impressi dei segni “a forma di cuneo”.
Il corpus documentario sul quale si è applicata la nuova metodologia riconducibile alle computer science è rappresentato da un piccolo lotto di tavolette cuneiformi appartenenti alla collezione della Banca d’Italia, che è la più importante e numerosa in Italia e alla quale chi scrive ha avuto la straordinaria possibilità di accedere.
L’applicazione delle moderne tecnologie alle discipline umanistiche è oggigiorno di uso comune poiché presenta un’indubbia serie di vantaggi a partire dal fatto che contribuisce a sensibilizzare un più vasto pubblico verso le civiltà del mondo antico. Mediante sistemi di realtà aumentata, con i quali si possono anche incrementare le possibilità interpretative e diagnostiche, le collezioni di musei ed istituzioni culturali sono oggi fruibili su più larga scala e anche a distanza quando siano accessibili sul web.
Sul versante scientifico, poi, la digitalizzazione della documentazione archeologica ed epigrafica consente l’accesso diretto da parte della comunità scientifica ad una mole gigantesca di materiale, il cui studio è anche facilitato dalla visualizzazione tridimensionale dei manufatti.
La digitalizzazione delle tavolette cuneiformi della Banca d'Italia esposte presso il Museo della Moneta di Palazzo Koch
La Banca d’Italia ha acquistato tra il 2000 e il 2002 due lotti di tavolette cuneiformi sul mercato antiquario londinese, mettendo insieme la più vasta collezione italiana di testi della Mesopotamia antica. La collezione comprende 435 testi economico-amministrativi distribuiti in un arco cronologico che va dalla metà del III alla prima metà II millennio a.C., grosso modo dal 2500 al 1500 a. C. Il lavoro di applicazione delle tecnologie citate si è svolto presso i locali del Museo della Moneta nel corso di due giornate consecutive, lunedì 1 e martedì 2 febbraio 2016,
con la cooperazione del prof. Francesco Fassi e dell’arch. Alessandro Mandelli del Politecnico di Milano, e del dott. Paolo Triolo, docente di fotografia computazionale per la diagnostica presso l’Università di Urbino e consulente diagnostica multispettrale per CCR Venaria Reale.
Il prof. Fassi e l’arch. Mandelli si sono occupati della creazione dei modelli 3D mediante la tecnica fotogrammetrica e lo scanner a luce strutturata con Scan in a box.
I modelli 2D+ in RTI sono stati acquisiti e realizzati dal dott. Triolo.
di Mirko Surdi
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