Era il 1771 quando il giovane pittore spagnolo Francisco Goya si recò a Roma per imparare ed essere ispirato dai numerosi artisti qui presenti. In quello stesso anno, si pensa che egli abbia dipinto il celebre dipinto su "Il Sacrificio di Vesta" raffigurante un sacrificio alla dea del fuoco. L'opera è importante perché mostra come Goya stesse crescendo nella sua formazione artistica.
C'è sempre stata poca controversia sul fatto che Goya sia l'autore di quest'opera: l'abilità e lo stile dell'artista sono chiari e i diversi esperti ne hanno sempre confermato l'attribuzione. Tuttavia, nel quadro mancava una firma, caratteristica che non avrebbe lasciato spazio al dibattito.
Oggi, Cristina Seco-Martorell dell'Università di Barcellona in Spagna e un paio di colleghi hanno dichiarato di aver scoperto la firma di Goya nascosto dietro uno strato di vernice. Per realizzare questa scoperta sono state utilizzate onde terahertz.
L'utilizzo di radiazioni terahertz si sta infatti diffondendo negli ultimi anni nella diagnostica scientifica dell'arte grazie ad una nuova generazione di telecamere in grado di produrre e rivelare questo tipo di radiazione. La Dott.ssa Seco-Martorell e i compagni hanno ripreso il dipinto dividendolo in pixel di 1 mm2. L'immagine è stata registrata dalla riflessione della radiazione terahertz proveniente da ogni pixel e poi assemblati in una piena immagine del dipinto.
Le immagini risultanti sono molto più rivelatrici di quelli create tramite radiazione infrarossa o a raggi-x. Le onde terahertz, infatti, possono essere riflesse da vari strati all'interno di un dipinto permettendo di ottenere un'immagine tridimensionale dell'opera. Allo stesso tempo, onde terahertz sono assorbite selettivamente e riflesse da diversi tipi di pigmenti e materiali e permettono di ottenere informazioni spettroscopiche sulla natura delle vernici che sono state utilizzate.
La grande sorpresa in questa analisi è la scoperta di una firma in basso a destra del dipinto. Il team ha spiegato che le loro immagini rivelano chiaramente la G e la "ya" della firma di Goya, anche se la "o" non è visibile. Questa firma non si presenta nella radiografia acquisita nel 2007 e questo è facilmente comprensibile se si pensa che la firma sia stata realizzata con una matita di carbonio e che il dipinto era coperto da uno strato di vernice di finitura che si è oscurata nel tempo, nascondendo la firma all'analisi visiva.
La firma rimuove chiaramente ogni dubbio residuo circa l'autore di questo capolavoro e permette di confermare l'analisi con radiazione terahertz come nuova ed importante tecnologia per l'analisi dei dipinti.
Questa tecnica ha un potenziale ancora maggiore. Le capacità spettroscopiche di terahertz di imaging dovrebbe consentire l'identificazione accurata di pigmenti e altri materiali utilizzati nella pittura. Per esempio, nelle immagini di cui sopra, le zone di maggiore riflettività indicano molto probabilmente pigmenti con un elevato contenuto metallico.
Fonte: MIT Technology Review