Alberi in città

Alberi in città

Si è tenuto il 17 maggio 2024, alla Sala Spadolini del Ministero della Cultura, il Convegno Nazionale di Italia Nostra dal titolo ‘Alberi in città'. Le opportunità e le criticità delle politiche di forestazione nelle città e della gestione del verde urbano’.

Con interventi di: Antonella Caroli, Marco Di Fonzo, Davide De Laurentis, Stefano Vaccari, Mauro Bencivenni, Maria Luisa Muthschlecner, Carlo Blasi, Maria Paola Morittu, Oreste Rutigliano e con il coordinamento di Michele Campisi.

Come ricorda il numero del periodico di Italia Nostra del 2014 dedicato agli alberi e non solo agli alberi, che potremmo definire 'orologi dei secoli' (nell’illustrazione di testa), l’Associazione è da sempre impegnata nell’ambito della tutela del paesaggio e del patrimonio naturale italiano. In questo convegno, che ha visto la presenza anche di Annalisa Cipriani, sono stati approfonditi gli ambiti, in prevalenza normativi, che concernono la tutela dei parchi e delle ville comunali, gli spazi verdi a giardino e gli alberi lungo i cigli stradali che popolano le nostre città, tra i quali si stimano in Italia 22 mila piante di valore, delle quali 2000 di rilevante interesse e 150 di eccezionale valore storico o monumentale. Per gli alberi comunali, come metodo di tutela, sarebbe ovvio ricordare il monumento nazionale della ‘Quercia del Tasso’ al Gianicolo a Roma, nei pressi del Convento di S. Onofrio, che periodicamente è stata ripiantata attraverso lo scorrere del tempo e delle generazioni. Laddove la natura non sopperisca più da sola al ripopolamento arboreo, popolarissimo, in molti quartieri, è stato l’impegno, spontaneamente assunto da alcuni privati cittadini, autorizzati e no, a piantare alberi nelle aiuole di verde che ne fossero rimaste prive. A volte ne è scaturito anche uno stato critico di tipo fenomenale di assortimento floristico, rispetto ai criteri di gestione del verde urbano adottati dalle singole amministrazioni municipali nel corso del secolo passato. Una vera e propria jungla di piantagioni nei giardini privati e nelle aiuole delle città ha perfino assecondato la mutazione quasi tropicale nel clima estivo della fauna, che, come tutti sanno, ha reso stanziali in città oltre al piccione, il gabbiano reale e il pappagallo, pronti a sostituirsi a rondini e passerotti e perfino agli storni. La necessità di verde, e di un verde in grado di attecchire senza danno nel clima e nel sottosuolo degli spazi cittadini, è tale che pure in questa forma caotica l’ambiente naturale ne è risarcito e rappresenta un modo per poter dire ai bambini che al verde qualche volta è appropriata anche la parola ‘nostro’: quei metri quadrati di aiuole che nelle vie dei quartieri romani interrompono le file di cassonetti. S’incontrano camminando o andando a scuola e sono i testimoni delle aree irrinunciabili di verde di un’Italia futuribile che, contro ogni previsione di dispersione, sembra poter riuscire ancora a sostenere il suo ineguagliabile paesaggio quasi ovunque.

Alberature Specie M VIIIRoma - Alberature per specie nel Municipio VIII

Gli alberi sono sempre stati l’ambiente e la cultura nella storia, non solo perché con la carta si fanno i libri e con il vento sugli alberi viaggiano le parole ancora nell'era digitale: l’olmo, la quercia, il castagno, l’ippocastano, il platano, il pruno, il cipresso, il pino domestico e silvestre, la palma di S. Pietro e perfino l’eucalipto e il salice con la loro presenza, originariamente spontanea, sono stati in ogni secolo il panorama delle città italiane, l’ornamento dei parchi e la riserva di ogni pianura rivierasca. Come anche l’investimento e il frutto delle bonifiche agrarie succedutesi ad oltranza fino al Settecento, interrotte dal disboscamento e poi riprese nella seconda età industriale dallo stato a livello regionale. Emblematico il doppio filare di pini che, ripiantati almeno fino a Terracina, nel 1908 costeggiò la strada consolare dell’Appia. Ai pini di Roma, da quelli del Pincio a quelli del Gianicolo, della Via Appia e del Campidoglio, Ottorino Respighi dedicò un poema sinfonico, che andò in scena all’Augustèo nel 1924. Ancora oggi il tema degli alberi in città è tra i più sentiti, soprattutto sul versante della salute. Prima che della scuola per i bambini le città necessitano delle ville pubbliche: è quanto è accaduto a Bologna dove l’abbattimento di alberi nel Parco don Bosco per costruire l’asilo nido comunale ha incontrato la resistenza e la protesta del quartiere. E’ ormai una coscienza di massa che gli alberi siano l’industria dell’ossigeno e come tali sono non solo la prima ricchezza del mondo, ma anche la prima autodifesa immunitaria. Sarebbe un piano di recupero il via libera a nuove concessioni di pinete lungo i chilometri di costa che separano i caseggiati dalle spiagge nelle città, per fare pochi metri quadrati accessibili in più di Belpaese. Dopotutto i boschi sono il privilegio che circonda le nostre esistenze con l'incantesimo che, visti dall'alto e inframmezzati dai borghi, strega ogni turista una volta che sia entrato nel nostro cielo aereo, finché l'acqua pioverà.

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