Lo status degli Open Data in Archeologia

A che punto siamo sulla diffusione dei dati archeologi in Italia? Si parla sempre più spesso di open data, di conoscenza libera,  diffusa e condivisa e tale dibattito interessa sempre di più anche i dati della ricerca archeologica. L'interesse per la diffusione di tali dati, infatti, è stato al centro di due importanti eventi che si sono svolti in questi giorni e che hanno permesso di fare il punto della situazione in Italia.

Lo scorso sabato 9 giugno a Pisa in occasione del convegno "Opening the past. Archaeological Open Data" è stato presentato l'archivio aperto MOD (Mappa Open Data), prima esperienza italiana di archivio di dati della ricerca. Il MOD è ispirato all'Archaeological Data Service britannico (http://archaeologydataservice.ac.uk/) ed è un archivio digitale archeologico realizzato dal gruppo di lavoro del Progetto MAPPA per conservare e disseminare la documentazione archeografica e la letteratura grigia (relazioni di scavo) prodotta nel corso di una qualsiasi indagine archeologica.

Il Progetto MAPPA attraverso il MOD vuole tutelare chi ha prodotto la documentazione in tutte le sue forme per questo ha scelto di apporre un DOI ad ogni dataset o relazione e di utilizzare la licenza CC BY-SA 3.0, in modo da consentire contemporaneamente la corretta circolazione dei dati e la tutela della paternità intellettuale.
Il MOD nasce dall’esperienza di Pisa ma ambisce a diventare con il contributo della collettività una piattaforma condivisa per tutto il territorio nazionale. 
Per maggiori informazioni e per contribuire con i propri dati è possibile contattare il gruppo di ricerca all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Il MOD è in linea all'indirizzo http://mappaproject.arch.unipi.it/mod/Index.php

A Roma il 12 giugno il VII workshop ArcheoFOSS  su "Open source free software e open format nei processi di ricerca archeologica" si è aperto proprio con una serie di riflessioni sulla tematica degli open data e la raccolta e  diffusione dei dati archeologici via web. 
E' emerso come le stesse amministrazioni degli enti pubblici si stiano mostrando più aperte a tale tematica e al dibattito e la realizzazione di idee concrete. Questo è stato evidente anche grazie allo stesso evento ArcheoFOSS in cui gli enti sono sempre più presenti. 
Dopo alcuni chiarimenti sul concetto di open data e sugli aspetti legislativi legati all'archeologia e ai beni culturali sono stati presentati alcuni recenti progetti. Tra questi è stato ridiscusso lo stesso MOD. 
Saverio Malatesta della fondazione Wikimedia Italia ha invece spiegato le potenzialità del concorso fotografico Wiki Loves Monuments che quest'anno si svolgerà anche in Italia: un'occasione per conoscere in maniera approfondita e per valorizzare il vasto patrimonio culturale italiano. Wiki Loves Monuments permette di avvicinare il cittadino al bene culturale rendendolo attivo, in quanto partecipe alla valorizzazione stessa del bene. 
Valeria Boi ha descritto il progetto SITAR della Soprintendenza Speciale ai beni archeologici di Roma, una nuova banca dati archeologica completa e aggiornata per tutto il territorio comunale, valicata dall'ente preposto alla tutela dei beni archeologici e che contiene sia dati amministrativi che dati scientifici della ricerca analitica.
Francesca Cantone ha presentato la sessione poster interrogando il pubblico su come l' archeologia stia vivendo la trasformazione, in modalità condivisa, della conoscenza culturale e discutendo sui nuovi modelli di costruzione e gestione partecipata del sapere. 
I poster  di A. Carabia (Università di Siena) e A. Cecchetti (SITAR) riportano gli studi sui progetti di tipo "wiki"  nell'ambito della diffusione del sapere archeologico e dei dati scientifici mostrando le potenzialità e le criticità dei diversi tipi di enciclopedie partecipate e liberamente fruibili.
La mattinata si è conclusa con un'interessante discussione, proseguita nel pomeriggio, sulla tematica degli open data in archeologia, il sapere partecipato e condiviso nonché l'uso delle tecnologie nella ricerca archeologica e la diffusione dei risultati.

Nel pomeriggio gli interventi si sono concentrati sui "Sistemi e strumenti FLOSS" nella gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico" (GIS, WEbGIS, ricostruzioni 3D, ecc..) che saranno anche i temi della giornata di mercoledì 13 giugno. 

Il dibattito sugli open data in archeologia si fa sempre più interessante ma sarebbe bello iniziare a discutere dello stesso tema in altri settori legati alla tutela, alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale. Ad esempio perché non si inizia a discutere di open data nell'ambito della scienza per la conservazione?

www.archeofoss.org

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