Trasportare capolavori è un’operazione delicata, che richiede la massima attenzione. Danneggiare antichi reperti archeologici, dipinti o sculture di grandi maestri del passato significherebbe produrre un danno incalcolabile al patrimonio e alla storia di un paese. Ma l’arte è da sempre in movimento. Per essere sottoposta a restauri, per consentire un nuovo allestimento museale o perché è oggetto di prestiti, in ogni parte del mondo. Mentre nel passato la movimentazione di un’opera si basava su conoscenze empiriche oggi nasce con dei nuovi presupposti tecnologici grazie ai quali è possibile elaborare un 'progetto' che miri a ridurre al massimo i rischi ad essa connessi.
Per tali ragioni si è pensato di monitorare lo spostamento di alcuni pezzi di grande valore con delle speciali ‘scatole nere’ ovvero dei particolari data-logger. Il progetto si chiama “Safe Art” e vede in campo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, il Dipartimento di Informatica dell’Università Sapienza di Roma e WSense, uno spin-off dello stesso ateneo specializzata nel monitoraggio di ambienti terrestri e sottomarini con reti di sensori wireless.
Safe Art nasce con l'obiettivo di svolgere monitoraggi accurati, ma a basso costo, dei parametri microclimatici (temperatura ed umidità relativa), degli shock e delle vibrazioni subite dalle opere nelle delicate fasi di movimentazione e trasporto. I data-logger sono dei contenitori di plastica grandi pochi centimetri connessi e sincronizzati tramite un protocollo wireless appositamente sviluppato, che possono essere applicati in modo totalmente reversibile, non invasivo e in numero variabile, sia sull'opera stessa che sulla cassa esterna.
Il loro compito è monitorare l'intera fase di movimentazione o trasporto dell'opera e comunicare periodicamente una sintesi dei dati ad un server remoto, consentendo di seguire via web il trasporto.
La nuova versione del sistema, attualmente in fase di sviluppo, prevede la possibilità di tracciare la posizione dell'opera, e la realizzazione di una APP che consenta agli accompagnatori di ricevere in real time i dati di monitoraggio ma anche di documentare le diverse fasi del trasporto. I sensori collegati ai data-logger sono protetti da un guscio in resina che può essere applicato senza problemi su qualunque supporto, marmo, legno, terracotta o metallo, usando un legante chimico (completamente reversibile). Per monitorare un singolo trasporto vengono usati uno o più sensori, in relazione al numero dei punti di criticità presenti sul manufatto. Una volta che l'opera è arrivata a destinazione i tecnici provvedono al recupero dei data-logger mentre i restauratori staccano i sensori. L’operazione è molto rapida, sull’opera non rimane la minima traccia del loro passaggio.
Ogni anno si muovono in Italia, e verso l’estero, migliaia di opere d’arte. Nessun sistema di monitoraggio è in grado di azzerare completamente i pericoli legati al loro spostamento, ma grazie alle rilevazioni effettuate dai data-logger sta nascendo una banca dati che permetterà in futuro di fare una valutazione oggettiva sul livello di rischio connesso alla movimentazione, oltre a consentire la progettazione di imballaggi sempre più efficaci e l'abbattimento dei relativi costi di trasporto e assicurazione.
Sino ad oggi sono stati monitorati con il sistema SafeArt almeno una ventina di opere di grande valore, tra questi: il Cratere di Eufronio, il Narciso di Caravaggio, la Pietà Rondanini, il Cristo Borgognone, il Marcello e il Doriforo.
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Ulteriori informazioni su www.safe-art.it
Fonte: Safe Art
Immagini: ©Marco Merola