Riapre a Stoccolma il Nationalmuseum, un viaggio nella luce e nel colore all’insegna del made in Italy

Riapre a Stoccolma il Nationalmuseum, un viaggio nella luce e nel colore all’insegna del made in Italy

Dei circa 700mila pezzi della collezione museale - che vanta opere di pittura e artigianato del XVII e XVIII secolo, di arte francese del XVIII secolo e di arte olandese del Seicento, oltre alla più grande collezione scandinava di porcellane - ben 5mila saranno visibili in seguito alla riapertura, mentre gli altri saranno presentati al pubblico di volta in volta, a rotazione.

Il Nationalmuseum di Stoccolma ha riaperto al pubblico il 13 ottobre completamente rinnovato e con spazi più ampi per l’esposizione e i servizi.

Inaugurato nel 1866, l’edificio del Nationalmuseum, simbolo di Blasieholmen - il quartiere adagiato sul canale Strömmen, che ospita le più importanti case d’aste, negozi di antiquariato e gallerie d’arte della città, è opera del tedesco Friedrich August Stüler, progettista anche del Neues Museum di Berlino ed è chiaramente ispirato allo stile neo-rinascimentale veneziano-fiorentino.

L'edificio è stato costantemente modificato e adattato alle esigenze del museo. Tuttavia non è mai stato completamente rinnovato e non soddisfaceva gli standard internazionali oggi richiesti in termini di sicurezza, controllo climatico, normative antincendio, ambiente di lavoro e logistica.

Il progetto di ristrutturazione, durato cinque anni, ha creato un museo aperto, accessibile ai visitatori, dove l'arte può essere vissuta sia su grande che su piccola scala, preservando l'integrità del patrimonio architettonico.

Il nuovo sistema di controllo del clima consente di presentare le collezioni del museo in modo integrato, superando i confini tra le discipline artistiche. Così i dipinti e le altre opere più sensibili ai fattori ambientali, come i disegni e la grafica, possono essere presentati insieme all'arte applicata e al design. Ciò consente di esporre un maggior numero di opere e migliora l'esperienza del visitatore intrecciando più storie.

In questo nuovo viaggio nell’arte il pubblico sarà accompagnato da suggestivi scorci sulla città. Le grandi finestre, finora oscurate da persiane inamovibili, si apriranno al paesaggio, mentre un nuovo sistema di illuminazione consentirà di sfruttare al meglio la luce naturale, diversa a seconda dei periodi dell’anno.

Ogni sala racconterà un’epoca. Il nuovo allestimento invita a compiere un viaggio nei secoli, dal Cinquecento ad oggi, tra bicchieri, ceramiche sculture e gioielli, alcuni parte di nuove acquisizioni, queste ultime “indispensabili per arricchire il Museo di oggetti fino al momento assenti, a causa di scelte determinate dai gusti diversi a seconda delle varie epoche”.

L’allestimento del Museo è stato interamente affidato alla Goppion che ha lavorato fianco a fianco con il team del Museo, con l’architetto Koel Sanders (New York) e il light designer Kardoff (Berlino), per sviluppare una famiglia di elementi espositivi integrati tra loro e comprendenti vetrine, basamenti, pedane e pareti.

100 nuove vetrine, di diverse tipologie (freestanding, a parete, window case) e di grande varietà di forme, dimensioni e prestazioni racchiudono le opere estremamente eterogenee di quella che costituisce la più importante e varia collezione di opere d’arte del paese (oltre 700mila pezzi), che vanta opere di pittura e artigianato del XVII e XVIII secolo, di arte francese del XVIII secolo e di arte olandese del Seicento, oltre alla più grande collezione scandinava di porcellane.

Caratterizzate da un design semplice e lineare, con interni che richiamano le tonalità degli intonaci dei diversi ambienti, ispirati alle stesse tinte che abbellivano gli interni dell’edificio ottocentesco, le vetrine garantiscono elevati livelli di sicurezza grazie all’impiego di vetri speciali e sono datate di un sistemi passivo di controllo dell’umidità relativa mediante silica-gel alloggiato nella base, in un apposito compartimento che ne consente il controllo e la sostituzione, senza necessità di aprire il vano espositivo.

Tra le vetrine maggiormente impegnative, si segnalano le cosiddette ‘window case’, vetrine incastonate tra le colonne del museo davanti alle finestre che consentono ai visitatori di intravedere le opere d’arte dall’atrio interno del palazzo e che hanno rappresentato una notevole sfida per le difficoltà strutturali che comportavano e l’imponente Royal Bed Case, alta più di 5 metri, che racchiude il letto reale a baldacchino e che ha comportato un altrettanto imponente lavoro di installazione.

75 delle 100 vetrine realizzate sono dotate di un sistema ‘intelligente’ di controllo e regolazione delle luci a LED, tramite Bluetooth, grazie ad una app sviluppata dalla Goppion.

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