Con una collezione di circa 450.000 opere d’arte il Museum of Fine Arts di Boston è il quarto museo più grande degli Stati Uniti e può esser considerato uno dei musei d’arte più completi al mondo. Fondato nel 1870 occupa la sede attuale - su Huntington Avenue - a partire dal 1909 ed è associato a un'Accademia d'arte, la School of the Museum of Fine Arts, nonché al Nagoya/Boston Museum of Fine Arts, a Nagoya, in Giappone. Interessato a tutti i processi di trasformazione digitale, il Museum of Fine Arts impiega da tempo la tecnologia per accrescere l’interesse verso l’arte antica.
In collaborazione con Zedem Media – uno studio di animazione con sede a Cipro - il Museo ha promosso il primo cartone animato museale: "How to Make an Athenian Vase” ispirato da un raro vaso -attribuito al pittore di Andokides intorno al 525-520 a.C- custodito nella collezione del Museo, uno dei soli 55 esemplari al mondo che mostra sia la pittura a figure nere che la pittura a figure rosse. Il film d’animazione narra la storia di un vasaio ateniese che insieme al suo apprendista arrivano alla scoperta del colore rosso. "Quel giorno accadde loro qualcosa di straordinario che cambiò il corso della storia", ha dichiarato Alexia Roider, direttore creativo di Zedem Media, “applicando alcune sostanze diverse all'argilla e controllando la temperatura all'interno del forno, il vasaio modificava i colori e gli effetti della vernice sul vaso.”
Fig. 2 – Anfora a figure rosse e nere, Ercole che conduce un toro al sacrificio attribuito al pittore di Andocide (525- 520 a. C), Museum of Fine Arts di Boston.
Il vasaio sperimentò il cosiddetto “momento Eureka”: invece di dipingere le figure con il solito nero, si chiese : “perché non rosso. Rosso?”. Nessuno lo aveva mai fatto prima. George Scharoun, direttore dei media espositivi e della galleria del Museo, ha affermato: "Volevamo rappresentare un'epifania per aiutare i visitatori ad apprezzare il profondo passaggio dalla pittura vascolare a figure nere alla pittura vascolare a figure rosse, quasi come il passaggio dal bianco e nero al colore nella fotografia.” Il film è parte dell’ impegno complessivo messo in campo dal museo per coinvolgere i visitatori, grazie alla tecnologia, in maniera più intensa e memorabile. Oltre all'animazione, il museo utilizzerà in maniera generalizzata la realtà aumentata, la computer grafica, la modellazione computerizzata 3D e il sound design per creare display innovativi ed esperienze interattive in cinque gallerie appena rinnovate nell'ala George D.
Le gallerie del Museo così riconfigurate, che apriranno al pubblico il 5 dicembre 2021, avranno inoltre diversi accorgimenti architettonici: soffitti rialzati, nuove finestre per aumentare il flusso di luce naturale e rivestimenti personalizzati. Oltre alla nuova sede per la collezione d’arte Bizantina nelle sale si susseguiranno mostre a rotazione. che giustapporranno l'arte antica ad opere di artisti del XX e del XXI secolo per esplorare il loro attingere alla cultura classica. L'installazione inaugurale vedrà la partecipazione dell'astrattista americano Cy Twombly. Saranno molti i dispositivi tecnologici messi a disposizione del pubblico per illustrare il ruolo profondo della mitologia per i greci e per i romani ed evidenziare l'inventiva dei primi artisti greci, come anche lo sviluppo della ritrattistica durante l'Impero Romano.
Proprio con riguardo alla statuaria del mondo antico vengono messe a disposizione dei visitatori, grazie ai processi digitali, nuove visioni e possibilità di esperienza. Nell'antichità, le statue erano tipicamente dipinte con colori vivaci o decorate con dorature e pietre preziose, ma nel tempo i colori si sono dissolti o sono stati strappati via. Una ricostruzione digitale 3D della statua di Atena Parthenos grazie a Black Math, una società di produzione e studio d'arte di Boston, potrà essere apprezzata in quello che doveva essere il suo aspetto originario attraverso la realtà aumentata, disponibile sull'app del museo. In un video che sarà mostrato nella galleria viene ricostruito, da dietro le quinte e nelle sue diverse fasi conoscitive e ricostruttive, il complesso percorso di restauro virtuale.
Fig. 3 – Modello digitale di Athena Parthenos, realizzato da Black Math, società di produzione e studio d'arte di Boston.
Il team di conservazione del museo ha esaminato tracce di pigmenti sulla statua di Atena utilizzando luci speciali, tecniche fotografiche e analisi chimiche. È stato quindi creato un modello digitale della statua utilizzando centinaia di fotografie. Non mancheranno le installazioni sonore per connettersi “visceralmente” al passato, una proiezione su larga scala di filmati registrati all'inizio di quest'anno in situ accompagna una nuova ricostruzione digitale 3D del tempio di Atena del VI secolo ad Assos. In una galleria progettata per evocare una chiesa bizantina, i visitatori staranno sotto una cupola dalla volta dorata, di fronte ad una pala d'altare di oltre 3 metri, “avvolti” in una colonna sonora di musica sacra bizantina. Un piccolo pannello a sfioramento consentirà loro di scegliere inni specifici. Con l’ausilio della tecnologia, il Museum of Fine Arts di Boston promette di far apprezzare la sua grande collezione in maniera del tutto innovativa.
Fonte: Nytimes arts technology
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