Al Museo Nazionale Archeologico di Ancona la realtà virtuale per la didattica e la fruizione

Al Museo Nazionale Archeologico di Ancona la realtà virtuale per la didattica e la fruizione

Nell’ambito del bando per “Progetti didattici nei musei e nei siti di interesse storico archeologico e culturale” del MIUR, è recentemente risultato vincente il progetto della Università Politecnica delle Marche (Univpm) dal titolo “Percorsi didattici interattivi, multisensoriali e multiutenti attraverso tecnologie di Virtual Reality: il Museo Archeologico delle Marche”.

Il responsabile del progetto, Prof. Paolo Clini, già impegnato in una proficua collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche e il Museo Archeologico di Ancona sia per esperienze didattiche che di ricerca, ha costruito un team interdisciplinare con docenti, dottorandi e ricercatori di tre diversi dipartimenti dell’Ateneo (DICEA, DII e DISM): Ramona Quattrini, Ludovico Ruggeri, Romina Nespeca, Emanuele Frontoni, Adriano Mancini e Maura Mengoni.
Il progetto è ora nella fase esecutiva. Tale fase, fondamentale per la buona riuscita della realizzazione a scopi didattici, verrà svolta di concerto con il personale del Museo Archeologico della Marche, che ha sede nello splendido Palazzo Ferretti. La Direttrice del Museo, Nicoletta Frapiccini, si è detta molto soddisfatta della aggiudicazione del progetto, sia per le metodologie innovative che metterà in campo sia perché di fatto costituisce per il Museo un riconoscimento a simbolo della memoria storica e della continuità culturale, territoriale e nazionale.

Il progetto si pone l’obiettivo di realizzare un innovativo sistema di fruizione digitale di reperti conservati nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche e rappresentativi di varie età, dalla preistoria fino all’età romana, al fine di creare un percorso museale interattivo in grado di migliorare l’apprendimento di contenuti culturali attraverso il paradigma del “learning by interacting”. Il percorso sarà caratterizzato da istallazioni multimediali stand alone di fruizione dei manufatti digitalizzati che si articolano all’interno dello spazio museale per creare una nuova combinazione tra scenari reali e virtuali così da arricchire l’esperienza di visita, conoscenza e percezione multisensoriale dell’utente.

Le istallazioni sfrutteranno più canali di comunicazione, principalmente quelli visivo e tattile, in modo da avere il coinvolgimento di più sensi e un’interazione multimodale. Ciò sarà ottenuto sia attraverso la visualizzazione stereoscopica di modelli 3D ad alta risoluzione dei reperti, corredati da immagini ad alta definizione e contenuti multimediali contestuali all’esperienza di visita sia attraverso un’interazione “tangibile” basata su haptic devices che consentono all’utente di manipolare il prodotto 3D, percepirne forma e dimensioni e selezionare parti specifiche del reperto per acquisire informazioni dettagliate.


Gli scopi finali del progetto sono:
-    attrarre maggiormente le scuole nel visitare il Museo Archeologico creando percorsi didattici personalizzabili nei contenuti a seconda del livello delle conoscenze degli studenti;
-    coinvolgere gli studenti durante il percorso didattico attuando il paradigma del “learning by interacting” attraverso innovative tecnologie di Realtà Virtuale;
-    garantire l’accesso ai contenuti multimediali a studenti con diversi livelli di conoscenze storiche e culturali, con abilità fisiche e cognitive ridotte (es. non vedenti) e a studenti stranieri;
-    migliorare la fruizione di beni di grande pregio la cui osservazione ad occhio nudo all’interno delle teche limita fortemente l’apprezzamento del loro valore e la conoscenza dei dettagli, dei fregi e delle iscrizioni.


Le sperimentazioni d’avanguardia che verranno messe in campo grazie a questo finanziamento Miur, potrebbero essere l’avvio per una proficua collaborazione di ricerca e comunicazione del patrimonio museale tra Distori, gruppo di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche, e il Polo Museale regionale, diretto da Peter Aufreiter.

 

Fonte: Università Politecnica delle Marche

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