Radar e l’Archeologia



Un gruppo di archeologi austriaci lavora da 35 anni per studiare la capitale egiziana della stirpe nomade Hyksos ossia “i sovrani dei Paesi stranieri” che governò dal 1664 al 1569 a.C, dopo essere discesa in Egitto ed è notizia pubblicata ieri da Eva Perasso del Corriere della Sera che si è potuto fare un grande salto avanti nelle ricerche grazie all’utilizzo di un radar.

La missione archeologica ha localizzato alcuni resti di questa città nei pressi del villaggio di Tell El-Dab'a, nella regione nord orientale del delta del Nilo grazie all’utilizzo di un radar che ha consentito di “leggere” meglio la struttura urbanistica di Avaris identificando il tessuto urbano con le vie, le costruzioni, le abitazioni e i templi.

Vi state domandando perché e come il radar ha consentito di aiutare la missione? La tecnologia applicata alla archeologia ha consentito di utilizzare una immagine satellitare della zona così ricca di vegetazione e questa, sovrapposta alla conformazione fisica del territorio ha permesso di identificare i ruderi della vecchia capitale egizia e di capirne l’estensione in un territorio che oggi ospita molte abitazioni e zone agricole che non consentono di procedere con gli scavi

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