Verso il Parco archeologico dell’Alto Adriatico Presentazione dei risultati del progetto transfrontaliero

Parsjad ADRIA_DipGeogr_UNIPDValorizzare il patrimonio archeologico dell’area costiera dell’Alto Adriatico, dal litorale emiliano a quello dell’istria slovena, in un’ottica unitaria e transfrontaliera, assumendo la pianificazione culturale quale strumento di governo dell’intervento pubblico a favore dell’attrattività e della competitività del territorio coinvolto. È questo l’obiettivo principale che si sono posti, all’avvio del progetto Parsjad, gli otto partner coordinati dalla Regione del Veneto, ente capofila.

Un obiettivo complesso perché ha coinvolto enti diversi (Regioni, Comuni, Università, Musei, Soprintendenze), con competenze e compiti istituzionali diversi, che è stato ampiamente raggiunto.

Il partenariato è formato dalla Regione del Veneto – Settore progetti strategici e politiche comunitarie, Lead Partner, dall’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, dai Comuni di Bagnara di Romagna (RA), di Russi (RA) e di Voghiera (FE), dal Centro Regionale di Catalogazione e Restauro dei Beni Culturali della Regione Friuli Venezia Giulia, dal Museo Nazionale Sloveno (Narodni Muzej Slovenije), dall’Università del Litorale, Centro di Ricerche Scientifiche (Univerza na Primorskem, Znanstveno-raziskovalno središče), dall’Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia (Zavod za varstvo kulturne dediščine Slovenije).

Attraverso il confronto e l’interazione dei diversi Partner sul tema della pianificazione del territorio a partire dalle potenzialità archeologiche, declinato attraverso lo sviluppo di azioni locali, il progetto ha posto le basi per un Parco Archeologico dell’Alto Adriatico, un luogo diffuso con elementi comuni, mai prima d’ora oggetto di un’analisi congiunta.

La complessità, la vastità del tema progettuale e la sua distribuzione spaziale (basti pensare che sono stati coinvolti a vario titolo 53 comuni distribuiti nelle aree Progetto (Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Slovenia), hanno comportato una pluralità di azioni specifiche: predisposizione di strumenti di pianificazione urbanistica, individuazione di metodologie didattiche sui temi dell’antichità, attività in-formativa, sviluppo di strumenti di comunicazione innovativi (portali, dispositivi mobili multimediali, archeologia virtuale in 3D), progetti pilota sulla viabilità antica. Azioni e strumenti che spesso si sono intersecati e integrati. I principi guida sono stati quelli dello sviluppo sostenibile, dell’integrazione del patrimonio culturale con quello ambientale, con riguardo alla qualità del territorio su cui si è intervenuto.

Storicamente caratterizzata da un’intensa comunicazione commerciale e culturale tra Occidente e Oriente, prima attraverso le grandi vie romane, poi attraverso le relazioni commerciali e culturali della Serenissima, l’area dell’Alto Adriatico presenta numerosi siti archeologici d’eccellenza con elementi fisici e culturali riconoscibili (Ravenna, Adria, Este, Altino, Concordia Sagittaria, Oderzo, Aquileia, Socerb, Izola), che il progetto Parsjad, nato dalla comune volontà di Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Slovenia di lavorare insieme per la salvaguardia e la valorizzazione dell’eredità culturale comune, ha messo in rete in un tessuto unitario per una conoscenza più approfondita del territorio e una sua fruizione più mirata e razionale.

Una sintesi di quanto appena detto è ad esempio il volume Per antiche vie. Guida al Parco Archeologico dell’alto Adriatico, edito dall’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, che propone in chiave itinerante 11 antichi tracciati viari che collegavano l’arco adriatico costiero da Ravenna all’Istria e che hanno contribuito a modellarne nei secoli il territorio.

Nei cosiddetti “progetti pilota” sono stati messi a frutto interventi infrastrutturali e di recupero di siti archeologici, in alcuni casi fragili. Si tratta di interventi diversi per tipologia (3 itinerari guidati, 2 siti internet, 1 App, 3 piani di conservazione, 3 pubblicazioni) e costi che hanno coinvolto nel complesso 7 siti archeologici.

L’uso delle tecnologie digitali ha permesso da un lato la ricostruzione dell’antico, sia con realtà virtuale che aumentata, sia la catalogazione e digitalizzazione di oltre 7.000 beni archeologici che diversi enti proprietari non avevano potuto censire, o per mancanza di fondi, o per mancanza di competenze.

Nel primo caso la multimedialità si è dimostrata un ottimo strumento per la fruibilità dei siti da parte degli utenti finali. Grazie alle ricostruzioni virtuali realizzate, i potenziali visitatori, studenti e ricercatori potranno vedere come si presentavano queste aree in età antica. Le App sviluppate permettono, attraverso il sistema Gps per la geolocalizzazione, di vedere in loco i siti con realtà aumentata visualizzando sui più comuni mobile devices la mappa del luogo com’era in origine. Ricostruzioni virtuali e App sono sempre implementate sotto rigoroso controllo scientifico da parte degli archeologi.

Nel caso della catalogazione invece, le schede prodotte, confluite nei rispettivi cataloghi dei beni culturali regionali (Catalogo dei Beni Culturali della Regione del Veneto, Catalogo del Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna, Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia), saranno a breve accessibili anche attraverso una pagina web dedicata del sito di progetto http://parsjad.regione.veneto.it/

Grande rilevanza è stata data alla qualificazione dell’offerta archeologica realizzata attraverso una pluralità di azioni formative e informative.

In primo luogo attraverso l’elaborazione di una metodologia innovativa di pianificazione a supporto dei diversi livelli di governo, delle pubbliche amministrazioni e degli operatori del settore culturale, sviluppata dalle Università di Padova, di Ca’ Foscari e Iuav nell’ambito della ricerca denominata “Metaprogetto”. La ricerca, oggetto di un convegno, di una pubblicazione, di una mostra e di due laboratori partecipati di archeologia, ha messo in luce come i siti archeologici siano elemento costitutivo e identitario di una comunità e perciò indispensabili per una pianificazione del territorio integrata che ne valorizzi le potenzialità non solo culturali, ma anche paesaggistiche, turistiche ed economiche. Il patrimonio archeologico, in altre parole, può essere volano di attrattività e competitività delle comunità locali se opportunamente governato.

In secondo luogo con azioni di in-formazione di figure professionali attraverso una serie di seminari e workshop, la realizzazione di guide (es. Didattica museale in archeologia edito dalla Regione del Veneto) e progetti (es. piattaforma web dell’Istituto per i beni artistici, culturali e ambientali dell’Emilia Romagna) sulla didattica archeologica in funzione multiutente per rendere musei e aree archeologiche più accessibili a studenti, visitatori, turisti; corsi di e-learning (es. corso sulla gestione dei sistemi informativi geografici dedicati alla topografia antica sviluppato dal Centro di catalogazione e restauro dei beni culturali del Friuli Venezia Giulia).

Molto spazio infine è stato dato agli aspetti di comunicazione e restituzione pubblica degli esiti dei progetti, attraverso laboratori scolastici, pubblicazioni, applicazioni mobili multimediali e web, incontri pubblici, cantieri archeologici e siti aperti. Nel complesso, alle diverse iniziative culturali hanno partecipato circa 4.000 persone. Molti prodotti realizzati sono scaricabili da web, pubblicazioni e App sono disponibili in italiano e sloveno.

L’ottica è quella della trasparenza amministrativa per illustrare ai cittadini come sono stati investiti i finanziamenti europei del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, che nel complesso per il progetto PArSJAd ammontano a 2.800.000 euro.

 

I risultati in sintesi per attività di progetto

1. METAPROGETTO: 2 pubblicazioni. 2 Laboratori partecipati di archeologia. 2 Mostre itineranti.

2. DIDATTICA ARCHEOLOGICA:. 1 pubblicazione. 2 DVD. 1 laboratorio online. Incontri e laboratori didattici nelle scuole.

3. CATALOGAZIONE: 1 pubblicazione. 1 sito sulla catalogazione. 1 webgis.

4. IN-FORMAZIONE: 5 seminari. 2 laboratori. 2 workshop. 1 project work. 1 pubblicazione.

5. PARCO ARCHEOLOGICO VIRTUALE: 7 siti ricostruiti. 1 sito. 1 portale. 6. PROGETTI PILOTA: 7 Siti archeologici coinvolti. 3 Itinerari. 2 siti internet. 1 App. 3 piani di conservazione. 3 pubblicazioni.

6. COMUNICAZIONE: 1 sito di progetto. 2 video. 1 convegno. 2 Guide. 1 Opuscolo. 1 pagina Facebook.

 

Fonte: Regione Veneto

Immagine: Adria - I dossi fluviali dei fiumi Adige e Po nei pressi di Adria indagati dal punto di vista geomorfologico e stratigrafico, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Geografia

 

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