L’incompreso Copernicus per il Cultural Heritage

L’incompreso Copernicus per il Cultural Heritage

Si è recentemente chiuso a Brussels un Workshop sull’uso dei satelliti della costellazione Copernicus per il Cultural Heritage, al quale, pur avendolo programmato per l’interesse, non ho potuto partecipare. Ho comunque avuto modo di leggere tutte le presentazioni rese disponibili sul sito dell’evento e devo dire di aver provato al termine di un’ora di lettura un pò di delusione. 

Forse colpa delle mie forti aspettative, oppure colpa della mancata comprensione delle capacità dei satelliti Sentinel da parte dei relatori invitati, sta di fatto che a parte rare eccezioni, traspare dalle presentazioni solo un ormai stanco sistema di ricerca, basato sui fondi europei, che si ripete con schemi che producono risultati poco interessanti per il nostro progresso.

Un’evidente sovrapporsi di energie senza scambio di informazioni tra ricercatori porta ad un noioso replicare di gioiose esaltazioni delle capacità del mezzo, ma solo in termini di “effetti, suoni e luci” che a poco servono se non per il diletto personale. Anzi al contrario: alcune presentazioni altro non dimostrano che l’incapacità di agire in prevenzione mostrando l’efficacia dell’immagine satellitare “prima-dopo” che serve solo a dimostrare la distruzione effettuata e non a prevenirla. Fanno solo immaginare che, non riuscendo ad impiegare i fondi disponibili per la prevenzione, si sono acquisite costosissime immagini satellitari da provider di sensori commerciali ad alta risoluzione, come dimostrato anche dal forte contributo del governo italiano, che tutto mostrano tranne che la filosofia Open Data della costellazione Copernicus.

Le possibilità di monitoraggio dei Sentinel non sono emerse direttamente ma solo affiancate ad altri sensori similari ma di differente portata e capacità, come ad esempio le analisi dei fenomeni di subsidenza e monitoraggio del costoso ma accurato Cosmo Sky Med.

Altri mostrano serie di progetti e attività che da più di un decennio hanno esplorato le possibilità del telerilevamento, ma pochi poi portano a frutto le vere capacità di cui possiamo disporre a costo zero.

Il rapporto tra conservatori, umanisti e scienziati viene così a perdersi quasi come se una continua richiesta si replichi sempre nello stesso modo con frasi del tipo: “ma davvero con la tua tecnologia riusciresti a farci vedere…?

Meglio attendere le prospettive che si stanno aprendo nell’ambito della formazione all’uso di tali tecnologie, anche per coloro che dovranno non fantasticarne le infinite possibilità, ma trarne un vero vantaggio per la prevenzione valutando rischi e rimedi, non a posteriori.

Le aspettative deluse erano comunque ben descritte nella presentazione dell'evento che ha avuto luogo il 24 Aprile 2017 a Brussels, come riporta il sito dell'evento.

The workshop intends to assess the potential of Copernicus in support of Cultural Heritage preservation and management, and to provide inputs for further research and/or operational implementation. The objectives of the workshop are:

  • To identify intermediate and end-users' needs in the Cultural Heritage domain, and assess and characterise space-based applications in support of Cultural Heritage at EU and global level
  • To assess capabilities and outline requirements for Copernicus-based products/services in support of Cultural Heritage
  • To propose and assess implementation scenarios for a structured Copernicus-based approach for Cultural Heritage support

The workshop will aim at identifying the main user requirements for space-based applications associated to the preservation and management of cultural heritage assets in Europe and Worldwide. Opportunities for standardisation shall be analysed taking into account what is already done in some European Countries, with risk assessments associated to each Cultural asset subject to environmental risks. The main focus will however be on the characterisation and mapping of Copernicus capabilities and existing solutions over the identified user needs, and the identification of potential evolutions to effectively support cultural heritage needs.

Different scenarios should be assessed:

  1. A new Cultural Heritage Copernicus Service
  2. Cultural heritage as part of an existing Copernicus Service
  3. The structured use of a Combination of Copernicus Services for cultural heritage
  4. A follow-up of Copernicus Products tailored for cultural heritage. Out of those, a preferred option will later be identified.

Le relazioni presentate sono disponibili sotto il menu Material a questo link http://workshop.copernicus.eu/cultural-heritage

 

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