Si conclude lo Speciale Esri User Conference 2020

Si conclude lo Speciale Esri User Conference 2020
I saluti finali della diretta Esri, tenuti da Emilio Misuriello (a sinistra), Maria Cristina Guarini ed Emilio Albertario (a destra)

Lo Speciale Esri User Conference, la diretta streaming organizzata da Esri Italia per rivedere e commentare la Conferenza Annuale della Esri negli Stati Uniti, si è concluso oggi con la terza giornata. Un’esperienza fuori dall’ordinario, come del resto le circostanze che la Esri e le aziende di tutto il mondo hanno dovuto affrontare negli ultimi tempi, ma che ha permesso sia agli organizzatori che agli spettatori di porre l’attenzione su tanti aspetti a cui solitamente non si fa caso, come la connettività e l’interpretazione degli spazi, sia reali che digitali.  

Il tema centrale di quest’ultima giornata è stata la geografia e la cartografia, proprio in vista di quanto ci aspetta nel periodo post-COVID 19, quando sia i singoli che le società dovranno fronteggiare nuove sfide e trovare dei nuovi modi per pensare ai propri spazi, sia fisici che sociali. E non solo: le mappe e il GIS sono uno degli strumenti più utili da un lato per il monitoraggio sullo stato di salute della Terra, dall’altro nella formazione dei ragazzi e nel renderli maggiormente partecipi della vita sul nostro pianeta, in un periodo in cui cause di forza maggiore li hanno costretti all’isolamento.  

La riunione plenaria Esri negli Stati Uniti ha voluto dedicare uno spazio particolare a questi temi, con un approfondimento dedicato alla National Geographic Society e un altro a Jeffrey Sachs, Presidente di UN Sustainable Development Solutions Network e Direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile presso la Columbia University.
La National Geographic Society, partner della Esri, ha trovato uno dei modi più poetici di usare il GIS: raccontando storie attraverso mappe, di ecosistemi vicini e lontani e soprattutto su come cambia la Terra. Una delle finalità più importante del loro lavoro è soprattutto l’educazione e l’apprendimento dei giovani, sensibilizzandoli sull’ecologia e le diversità antropologiche e sociali, per aiutarli a diventare dei cittadini attivi. Tramite la collaborazione con Esri, la National Geographic ha creato un portale attraverso cui le scuole possono interagire con un Atlante vivo, ossia delle mappe tenute in costante aggiornamento su ogni aspetto legato alla geografia, dallo sviluppo delle città, ai cambiamenti climatici, alla scomparsa degli ecosistemi. E occorre un grande sforzo per tenere vivo questo atlante, come assicura l’AD Emilio Misuriello, perché occorre costantemente tenerlo aggiornato tramite l’inserimento di nuovi dati e nuovi strumenti. La professoressa Margherita Azzari, Vicepresidente della Società Geografica Italiana e professoressa di Geografia e Sistemi Informativi Geografici presso l’Università di Firenze, ha posto l’accento sull’importanza della geografia nella formazione dei giovani e sulla necessità di una didattica innovativa per avvicinarli ad essa. E a tal proposito, Esri e la Società Geografica Italiana ogni anno promuovono una Summer School con gli insegnanti delle scuole italiane per promuovere lo studio della geografia ai giovani.

Jeffrey Sachs ha condotto un intervento centrale per la Esri User Conference, focalizzato sulla necessità di un cambiamento per salvaguardare il pianeta e le società, finalità al centro dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals) che nel 2015 193 leader mondiali hanno sottoscritto all’Assemblea ONU: questo programma cura tutti gli aspetti, dallo sviluppo delle smart cities alla lotta alla povertà, indicando che non si possono avere degli obiettivi mondiali senza una condivisione globale. E in ciò occorrono delle mappe e degli atlanti vivi, per tenere sotto controllo lo sviluppo di questi punti.

Marcello Minenna, Direttore dell’Agenzia per le Dogane e i Monopoli di Stato, ha approfondito per questo discorso la green economy e gli “investimenti verdi”, delle azioni che occorre far evolvere le regole e modificare la finanza inserendo l’impatto ecologico delle aziende come una caratteristica fondamentale dei propri titoli nelle Borse economiche. Diverse misure si stanno prendendo a riguardo, ma ancora resta molto da fare e pone qualche dubbio su come i punti proposti da Sachs si possano applicare al mondo estremamente fluido della finanza. Oggi la mappa deve essere creata in funzione di "chi la mappa la usa e si muove”. Società in movimento, come riprodurre sulle mappe la frenesia del mondo e come la rappresentazione dei luoghi possa evidenziarne i cambiamenti e gli effetti sono al centro dell’intervento. Qui si pone un dilemma: il compito della geografia è descrivere e rappresentare la realtà, quello della politica e della finanza di interpretarlo. E questo problema è stato trattato da Piero Bassetti, Presidente della Fondazione Globus et Locus. Attraverso un discorso ricco di immagini ed esempi, il presidente ha illustrato come le mappe debbano riprodurre oggi il movimento delle società e la frenesia del mondo, poiché la rappresentazione dei luoghi è una modalità d’impatto con cui evidenziarne i cambiamenti e gli effetti.

A questo punto, il giornalista e presentatore Emilio Albertario ha aperto una nuova sessione della giornata, insieme a Marco Manucci Ratti, Vicepresidente Partnership/Innovation della Esri Italia e AD della Geo Smart Campus. Questa nuova sessione è incentrata sull’Open Innovation, in relazione proprio alla green economy con cui si è chiusa la parte precedente: un’ottica di lavoro in cui diversi partners mettono assieme e a diposizione il proprio impegno e le proprie tecnologie per raggiungere un risultato innovativo. Michele Ieradi, di Esri Italia, ha affrontato il modo con cui Esri Italia si approccia alla Open Innovation assieme a Geo Smart Campus: entrando in contatto con piccole aziende che vogliono entrare nel mondo delle scienze geospaziali, sentendo e promuovendo le loro idee.

E nel campo delle scienze geospaziali, una delle novità portate dalla plenaria americana della Esri nasce proprio dall’incontro di ingegneri e architetti da tutto il mondo: si tratta di Geodesign, un nuovo modo di progettare le città e i quartieri, costruendo scenari 3D con una progettazione molto fluida, in cui è possibile anche mettere in pratica degli scenari possibili. Si tratta di un progetto notevole, nato da una proposta intelligente, ossia: di cosa hanno effettivamente bisogno gli specialisti che usano i nostri prodotti? E quali sono le modalità più semplici e immediate con cui essi possono utilizzarli? Il professor Michele Campagna, dell’Università di Cagliari, ha indicato che Geodesign si può applicare a tutti i concetti di pianificazione e progettazione territoriale, da quella architettonica a quella regionale. Ha inoltre precisato che attraverso una conoscenza puntuale del territorio è possibile limitare rischi e problemi e creare progetti utili alla cittadinanza, come quello che sta creando per incrementare il turismo a Cagliari e Oristano.

A seguire un intervento su OSI Soft, a cura di Alberto Pinzello, che premette di creare tools GIS per ArcGIS e registrare dati in tempo reale: questo trova un vastissimo campo di applicazioni, tra cui un esempio, portato avanti dal relatore stesso, è la raccolta dei rifiuti nella città di Milano.

La terza parte della giornata di è aperta con il consueto appuntamento con il GeObservatory, curato da Maria Cristina Guarini, che ha intervistato Flavia Ruggieri, di Esri Italia e Aldo Milan, dell’Autorità per la Garanzia delle Comunicazioni (AGCOM), a proposito delle Story Map. Nel particolare, Flavia Ruggieri ha portato l’esperienza della Società Geografica Italiana, in cui ha lavorato fino a poco tempo prima, e in particolare dei progetti per l’Alternanza Scuola Lavoro. Aldo Milan ha posto molto l’accenno sul lavoro di Esri per le scuole e sulla dashboard creata per esse, puntualizzando che questo periodo ha mostrato quanto siano utili gli strumenti legati al GIS e all’Infografica in tal senso, un tema in cui anche l’AGCOM si è motlo prodigata.

Il tema delle Story Map è stato sviluppato anche dalla Esri americana durante la sua riunione plenaria, in rapporto soprattutto ai tempi contemporanei. In particolare, sono state sviluppate diverse applicazioni per il tracciamento del contagio del COVID-19 e per mantenere il distanziamento sociale all’interno degli edifici. In particolare, è stata presentata l’applicazione Contact Tracing, che come l’app italiana Immuni, associa le persone alle posizioni, ma al tempo stesso associa questi punti agli spazi, facendo una analisi tra di essi per poter individuare i contagi. Si è trattato di un lavoro notevole, soprattutto in ragione del fatto che sono applicazioni basate su strumenti che la Esri già possedeva, per altre funzioni, e che ha rivalutato e riorganizzato in vista dell’emergenza presente.

A chiudere, è stato trasmesso un servizio di Riccardo Porcu e Francesca Murru, che hanno mostrato illustrato i modi con cui la Regione Sardegna, all’insorgere dell’emergenza COVID-19, ha impiegato il GIS per avere dei dati tangibili riguardo l’entità del contagio.  

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