Flavio Vopisco, uno degli scrittori della Historia Augusta, ma per alcuni lo Pseudo-Vopisco, aveva parlato della Basilica Ulpia agli storici del futuro, specificando come questo edificio del Foro Romano dovesse contenere libri, beninteso che questi libri dovessero contenere parole, incisi, legati o avvolti, trattando un tema e un argomento quale che fosse da un inizio a una fine.
L'appellattivo Ulpio usato da Vopisco è inesorabilmente il prenome dell'imperatore Traiano, che l'esposizione inaugurata in questa fine di novembre 2017 ai Mercati Traianei dal titolo 'Traiano, costruire l'impero, creare l'Europa' (a cura di Lucrezia Ungaro) ha inteso celebrare anche con tecnologie museali installate permanentemente, nel centenario della sua morte ed alla soglia bimillenaria.
Oggi un museo nodale e ombelicale del sistema culturale europeo nel mondo, i Mercati Traianei giganteggiano, nell'imponenza del restauro delle sue aule del 1934, senza disperdere la suggestione di una romantica rovina romana e di un parco archeologico attrezzato e interattivo divertente anche per i bambini. Nell'occasione espongono tra l'altro, infatti, in tema di costruttivismo più che di supremazia, una struttura in alluminio a spirale traianea, avvolta da un rotolo a sviluppo multimediale, spazio ludico, percorribile e leggibile quotidianamente non solo per il turismo sostenibile, ma per i residenti.
La mostra, gremitissima, sovrastata dal sonoro per esaltare la studiata amplificazione della voce umana delle sue volte, al cinema ha privilegiato l'engramma dinamico dell'Oulipo, che smuove l'angolo recondito della psiche e lascia navigare dai filmati nel planetario traianeo. Tra i 'puzzles' dei bassorilievi realizzati in plastico a stampante 3D, nell'avvenire del 'merchandising' in formato 'collo a mano' da portarsi in aereo, anche la proiezione di una protome della Navicella dell'oltre universale. Invita quindi ai suoi'rendering' olografici delle ipotesi più avvincenti della mitopoietica traianea, soffermandosi più che mai, con Maurizio Forte, sulla Basilica Ulpia e i suoi fregi, riuscendo infine a lanciare il ponte del suo filamento olografico attraverso Via dei Fori Imperiali alla memoria storico-ricostruttiva di S. Maria Antiqua. Localizzato da una foto aerea, trova posto dalla 'Forma Urbis Severiana' il 'pattern' dell'ologramma che restituisce la Basilica Ulpia, dove è consistita, nel teatro di una biblioteca oratoria. Traendo origine dall'integrazione dei suoi resti e dei suoi Fasti, in cui primeggia l'iconografia del frammento di Europa, con la memoria anastilotica diramata e disseminata nella città intera dai suoi monumenti e dai suoi edifici.
Gli antichi punti topografici sono stati ora rinvenuti nel disegno marmoreo della pavimentazione forense (Renzo Carlucci). Sottofondo sommesso il parlato illustre delle 'admiranda', dei modelli dell'Accademia di Villa Medici, dei rilievi dell'Accademia Americana, degli artisti, topografi e archeologi che ne hanno percosso l'immaginario, fatto non solo della Colonna di Traiano.
Per ulteriori informazioni sulla mostra vedi qui: Traiano: costruire l'impero, costruire l'Europa