Nazioni e filantropi si uniscono insieme per salvaguardare tesori inestimabili dal terrore e dalla guerra creando un fondo monetario già giunto ad un budget di oltre 75 milioni di euro. Il presidente francese Hollande ha recentemente annunciato durante un evento al Louvre i primi risultati dei suoi sforzi per la raccolta monetaria destinata a costituire questo fondo. Le donazioni giunte da Francia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Lussemburgo, Marocco e Svizzera, insieme a una donazione privata di un milione di dollari dal filantropo Tom Kaplan dagli Stati Uniti.
Si chiamerà l'Alleanza Internazionale per la Protezione del Patrimonio in aree di conflitto (Alliance for the Protection of Heritage in Conflict Zones - ALIPH). Altri paesi seguiranno presto sulla scia di questa donazione iniziale, facendo seguito all’impegno preso a dicembre, che ha portato a 40 i potenziali paesi donatori.
Hollande ha lanciato il fondo in occasione della conferenza di due giorni sulla dei Salvaguardia dei Beni Culturali in pericolo che si è tenuta ad Abu Dhabi lo scorso anno. Lì, i partecipanti hanno discusso come difendere il patrimonio culturale dalla guerra e dal terrore, un problema reso ancora più urgente dalla recente ondata di devastazione culturale. La distruzione ad opera dello Stato Islamico di tesori culturali in Siria e parti dell'Iraq è stata chiamata “la peggiore crisi del patrimonio culturale dalla seconda guerra mondiale”, e mentre l'Unesco ha dichiarato ufficialmente la distruzione di luoghi come la antica città di Nimrud un crimine di guerra, il gruppo non può fermare i gruppi terroristici e i conflitti armati dal decimare siti preziosi.
Certo risulta difficile pensare come con questo soldi si possa proteggere il patrimonio che non ha alcuna possibilità contro bombe, armi e terroristi. Ma alcune idee stanno arrivando, come quella proposta per provvedere a finanziare una rete di rifugi sicuri per i beni culturali. L'idea è che il fondo avrebbe permesso a nazioni minacciate di depositare temporaneamente i loro tesori in altri paesi.
Questo è un argomento dolente per alcune nazioni, come la Grecia e l'Egitto, entrambi i quali hanno combattuto per la restituzione del patrimonio culturale saccheggiato ed ora conservato in altre nazioni. Sono necessarie garanzie in modo che i paesi che partecipano possano sapere che alla fine avranno i loro tesori restituiti. La Francia, che ha suggerito la rete, ha detto che prenderà spunti da come il patrimonio culturale spagnolo è stato gestito poco prima della guerra civile spagnola, nel 1936 quando il patrimonio culturale è stata coperto con sacchi di sabbia, murato o fortificato e gran parte dell'arte più importante del paese è stata contrabbandato fuori dal paese, nel tentativo di proteggerla dall’imminente conflitto.
L’Italia ha competenza da vendere in questo settore ed esperienze storiche importanti che potranno certamente contribuire, ma la lezione deve servire a far partire il più velocemente possibile una campagna di documentazione 3D, seria ed affidabile che sia in grado in casi del genere, che potrebbero continuare a succedersi con la totale impossibilità di intervenire - come abbiamo visto di recente - per tramandare ai posteri una visione della realtà del momento, aumentata da quello che è stato precedentemente registrato nel susseguirsi degli eventi storici.
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