Tecnologie per la nuova campagna di scavo di Bisarcio

Tecnologie per la nuova campagna di scavo di Bisarcio

L'Università di Sassari comunica il riavvio delle attività "Bisarcio Project", i lavori della campagna di scavo 2016 nell’importante sito di Bisarcio, grazie alla collaborazione tra l’Università, l’amministrazione Comunale di Ozieri, che ha appena firmato con il Dipartimento di Storia un protocollo d’intesa di collaborazione, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per le province di Sassari Olbia Tempio e Nuoro.

Le indagini archeologiche si svolgeranno nell’area della canonica vescovile medievale, con la finalità di approfondire la conoscenza dei tempi e dei modi dell’impianto delle strutture vescovili sul colle di Bisarcio e delle sue connessioni con le fasi altomedievali. Lo scavo del cimitero medievale di Bisarcio, che ha già restituito sepolture dalle caratteristiche particolari e rare, intende fare luce sulle condizioni di salute, le patologie, l’alimentazione e le attività lavorative della popolazione del vicino villaggio medievale.

I lavori si svolgono in regime di concessione ministeriale di scavo, rilasciata da parte del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e turismo (MiBACT) al Comune di Ozieri, dove il progetto è sostenuto dal sindaco Dott. Leonardo Ladu, dall’Assessore alla Cultura Dott.ssa Giuseppina Sanna, dalla Dirigente Dott.ssa Anna Maria Manca. Direttore scientifico del progetto e dei lavori sul campo è il Prof. Marco Milanese (Direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione e Ordinario di Archeologia medievale nell’Università di Sassari), mentre la Dott.ssa Nadia Canu è il Funzionario Archeologo di zona della Soprintendenza.

Lo scavo è realizzato dal gruppo di ricerca diretto da professor Milanese e coordinato dagli archeologi medievisti dell’Università di Sassari Alessandra Deiana e Maria Chiara Deriu, da Giovanni Frau (Direttore del Museo Archeologico di Ozieri) e dall’antropologa Anna Bini. Fanno parte strutturale del gruppo di ricerca oltre 25 studenti del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell'Università di Sassari e degli Atenei di Bologna, Pisa e Firenze.

"È previsto l'uso di tecnologie scientifiche applicate - spiega Marco Milanese - a partire dal laboratorio di Antropologia e di Paleopatologia, passando per le  indagini chimiche, faunistiche e archeobotaniche, fino alle elaborazioni fotogrammetriche, termografiche, 3D da terra e con l'utilizzo di un drone di alta tecnologia". Sarà attivo il laboratorio reperti e si svolgeranno seminari teorici di approfondimento.

I lavori sono organizzati con un esplicito taglio didattico e rientrano nel più ampio progetto della “Scuola Estiva di Archeologia Medievale" del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione che quest’anno ha già visto impegnato il gruppo di ricerca nelle indagini a Mesumundu (Siligo).

Fonte: Università di Sassari

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