Tecnologie aerofotogrammetriche portano alla scoperta di una sconosciuta area archeologica nell’impero preincaico di Tiwanaku

Tecnologie aerofotogrammetriche portano alla scoperta di una sconosciuta area archeologica nell’impero preincaico di Tiwanaku

Sensazionali scoperte sono state realizzate attraverso il volo di un drone operato dall’ufficio Unesco di Quito in Ecuador, in una area archeologica in corso di protezione. Tiwanaku, in Bolivia, uno dei punti nevralgici delle rotte degli Inca e ancora oggi sito spirituale per la cultura Aymara, ove si festeggia il capodanno aymara (nel 2017 = 5525) facendosi lambire dai raggi del Sole che all’alba del 21 giugno attraversano la famosa Puerta del Sol, trasportando una mitica energia.

Il progetto di conservazione del sito e della famosa Piramide di Akapana, ha incluso una investigazione aerofotogrammetrica operata da un drone estesa ad un area di protezione che si pensava di includere all’interno dei Piani di Gestione e Conservazione del sito in corso di realizzazione.

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Il sito, figura nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco dall’anno 2000. Fu capitale di un poderoso impero preispanico che raggiunse il suo apice tra il 500 e il 900 D.C. perdurando dal 400 A.C. fino al 1172 D.C. Localizzato vicino al lago Titikaka ad una altezza di 3850 metri ha una parte della città antica, costruita in terra cruda, sommersa dalle nuove costruzioni, tuttavia la zona monumentale con costruzioni realizzate con enormi elementi di pietra sopravvive nella zona archeologica protetta.

Lo studio in corso, realizzato a seguito di analisi effettuate con immagini satellitari, ha portato a proporre la realizzazione di un volo aerofotogrammetrico con sensore ottico e multispettrale, per produrre una nuova mappa topografica accurata (4 cm di errore max).

Il nuovo modello digitale del terreno ottenuto e l’analisi di immagini colore tradizionali (RGB) e multispettrali, hanno permesso di rilevare la presenza di un complesso di strutture fino ad ora sconosciute che si estendono su un’area di oltre 400 ettari. 

I nuovi dati acquisiti ridefiniscono i monumenti già conosciuti come Puma Punku, Mollo Kontu, e il complesso degli elementi protetti tra cui in special modo il complesso Kalasasaya-Putuni.

Ma i risultati definitivi ridefiniranno i confini dell’area urbana di Tiwanaku aprendo enormi spazi di indagine su cui potranno essere attivati nuovi scavi archeologici.

Il rilevamento, attivato per il tramite dell’ufficio Unesco in Quito (Ecuador) è stato effettuato nell’ambito di una cooperazione internazionale guidata dall’archeologo Ignacio Gallego, con l’impresa boliviana di ingegneria Corimex Ltda e l’Università Complutense di Madrid che sta in questo momento elaborando i dati.

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Sono poche le immagini rese pubbliche al momento, l’Unesco conta di rendere pubblico il dettaglio della scoperta e i risultati del rilievo entro la fine del 2017.

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