Dall'Università di Firenze nuovo radar per il monitoraggio del suolo e degli edifici

Dall'Università di Firenze nuovo radar per il monitoraggio del suolo e degli edifici

Il Dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell'Università degli Studi di Firenze ha recentemente messa a punto una nuova strumentazione radar che permetterà di rilevare in maniera più dettagliata e veloce e deformazioni submillimetriche degli edifici e i movimenti del suolo.

La nuova tecnologia è stata presentata da un gruppo di ricerca guidato da Massimiliano Pieraccini, mediante un articolo sulla rivista scientifica Electronics Letters, che ha dedicato alla nuova applicazione l’intervista di apertura dell’ultimo numero (“Interferometric RotoSAR”, DOI: 10.1049/el.2015.1785).

Sul sito dell'Università di Firenze si legge che "il gruppo di ricerca fiorentino - composto anche dai ricercatori Federico Papi e Silvestro Rocchio - ha testato una nuova tipologia di radar, denominato RotoSAR (nella foto), che sfrutta il movimento di un braccio rotante per realizzare un’apertura doppia rispetto ai dispositivi convenzionali. Il radar, inoltre, è potenzialmente più veloce degli attuali strumenti ed è in grado di rilevare tutte tre le componenti spaziali degli spostamenti dei bersagli, al contrario degli attuali radar che misurano solo la componente nella direzione di vista".

“Si tratta di novità assolute - commenta Pieraccini, associato di Elettronica - che sono già in corso di brevettazione. Il radar RotoSAR – spiega il ricercatore – si basa su idee originariamente sviluppate per i radar ad apertura sintetica (SAR: Synthetic Aperture Radar) degli UAV (Unmanned Aerial Vehicle) e dei satelliti. Nei test abbiamo verificato prestazioni che fino a oggi potevano essere ottenute solo con l’utilizzo di due o più strumenti sullo stesso bersaglio e comunque senza la stessa precisione di RotoSAR.”
“Le caratteristiche uniche di questo radar - conclude Pieraccini – consentiranno di realizzare strumenti di dimensioni contenute in grado di ottenere in pochi secondi mappe di deformazione (nelle tre componenti) di versanti in frana, dighe, ponti, edifici monumentali.”

 

Fonte: Unifi

 

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