Questo numero di Archeomatica di quest’anno è stato dedicato alla evoluzione di una visione del monitoraggio del patrimonio nata alla fine degli anni ’90 con l’istituzione di un sistema informativo nazionale sullo stato di conservazione del patrimonio. Questo sistema è stato ripreso più volte negli anni per poi essere messo a regime alla fine per uno scopo che probabilmente era l’ultimo a cui si era pensato nel momento della sua formulazione teorica. E' stato infatti reso disponibile per la sua capacità di mettere a disposizione dei notai tutti i vincoli sul patrimonio emessi fino al 2004, e proprio per questo si chiama ancora oggi Vincoli in Rete (vincoliinrete.beniculturali.it) ed è gestito dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro del MIBAC.
Alla base della evoluzione dei sistemi informativi sul Patrimonio, tradizionalmente basati su una valutazione della vulnerabilità del monumento in relazione alla pericolosità del territorio, è stata recentemente introdotta l’analisi a largo raggio resa possibile dai satelliti e l’analisi puntale con aiuto di droni assistiti da sensori dedicati.
Il programma dell’attuale governo sembra aver colto appieno queste indicazioni avendo già dal settembre scorso emanato il Il D.L. 109/2018 (art. 14, co. 4) ove “… nell'ambito delle attività di conservazione… il Ministero per i beni e le attività culturali adotta un piano straordinario nazionale di monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili, che definisce i criteri per l'individuazione dei beni da sottoporre a monitoraggio e ai conseguenti interventi conservativi, nonché' i necessari ordini di priorità dei controlli, anche sulla base di specifici indici di pericolosità territoriale e di vulnerabilità individuale degli immobili, e i sistemi di controllo strumentale da utilizzare nonché le modalità di implementazione delle misure di sicurezza, conservazione e tutela...”
Inoltre nell'audizione programmatica davanti alla VII Commissione della Camera e alla 7^ Commissione del Senato del 10 luglio 2018, il Ministro per i beni e le attività culturali ha fatto presente che, per quanto concerne la tutela, rientrano tra gli obiettivi il rafforzamento delle strutture preposte, con incrementi di personale ed investimenti in nuove tecnologie, la mappatura dei beni culturali abbandonati o non utilizzati, l'adozione di una Carta nazionale sulla prevenzione del rischio per i siti archeologici e i complessi architettonici e monumentali, la realizzazione di un Catalogo unico nazionale digitale, il monitoraggio della gestione dei siti Unesco italiani.
C’è da dire che il sistema della Carta del Rischio aveva come punto di forza la predisposizione di
una manutenzione preventiva assistita dalle tecnologie adeguate. Ancora oggi non è facile far comprendere a tutti che un investimento in prevenzione è alla lunga più economico rispetto ai costi degli interventi di restauro ed è stato più volte notato che la manutenzione programmata non porta la gloria dei grandi progetti.
Ma la strada sembra ormai tracciata da tempo e la recente apertura al catalogo unico digitale e l’adozione ufficiale di una Carta nazionale sulla prevenzione del rischio sembrano essere finalmente strumenti che hanno trovato un loro posto definitivo all’interno della Pubblica Amministrazione competente.
La manutenzione programmata e assistita dal monitoraggio sembra finalmente essere realizzabile avvalendosi degli strumenti che saranno presto messi a regime istituzionale.
Buona lettura,
Renzo Carlucci
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GUEST PAPER
Archaeo-mineralogical Characterization of ancient copper and Turquoise mining in south Sinai, Egypt
by Mohamed M. Megahed
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