A Ferrara si è discusso di mercato, qualità e formazione per le Tecnologie 3D

Tavola Rotonda FerraraUna delle sessioni, all'interno del XXI Salone del Restauro di Ferrara, appena chiuso presso gli spazi di Ferrara Fiere, ha dato ampio spazio ai problemi del mercato, della qualità e della formazione relativamente alle nuove tecnologie per il rilievo e la documentazione 3D, durante la Tavola Rotonda TECNOLOGIE DI RILIEVO 3D: sviluppo del mercato, qualità e formazione.

Coordinata da Marcello Balzani, Direttore del DIAPReM (Centro Dipartimentale per lo Sviluppo di Procedure Automatiche Integrate per il Restauro dei Monumenti), ha visto numerosi interventi tra cui quello di Andrea Cabrucci, presidente di New Business Hexagon Geosystems, il quale ha subito evidenziato uno dei problemi più forti del momento precisando che agli operatori non manca la capacità ma la formazione scientifica e le aziende produttrici sono costrette a formare loro stesse gli operatori.

La parola è passata quindi Andrea Alberti, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Brescia, Cremona e Mantova, che, presentandosi come uno dei committenti, ha fatto notare che mancano ancora rilievi attendibili dei monumenti, nonostante siano decine di anni che si propongono e si richiedono.

Giuseppe Boselli di Geogrà ha evidenziato come il problema sia legato ai tempi di progettazione, nel senso che quando si affida un appalto di progettazione integrato spesso la fase di conoscenza è all’interno di questi capitolati. Il primo problema da risolvere è avere un capitolato serio che possa garantire i progettisti.

E’ intervenuto quindi Alessandro Capra, Direttore del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, rispondendo al soprintendente Alberti, evidenziando che c’è un aspetto di fondo che riguarda la problematica del rilievo in Italia, in quanto non esiste il riconoscimento della figura professionale del rilevatore e delle imprese che fanno rilievo a livello dei bandi e a livello di qualsiasi condizione di finanziamento di queste attività sul territorio.

Nuccio Bucceri di LTS Land Technology & Services, ha evidenziato che spesso un capitolato è scritto 3 anni prima dell’esecuzione, ponendo limiti che nei dati di fatto oggi non ci sono più. Inoltre raramente c’è un interlocutore nella committenza con il quale si possa discutere del progetto, e spesso ci sono delle difficoltà a comprendersi, anche con le unità di misura che non vengono valutate con una giusta differenza di ordine di grandezza.

Un altro problema molto attuale è stato evidenziato da Fulvio Rinaudo, del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, che afferma che  non è vero che col laser scanner la fotogrammetria digitale del rilievo si fa in fretta ma ci si mette anche di più, perché mettere l’intelligenza dopo costa di più che non metterla durante l’acquisizione dei punti come si faceva prima, va bene solo da un punto di vista economico. Ha continuato dicendo che sono anni che si parla della documentazione del patrimonio culturale e come documentazione invece non troviamo altro che tonnellate di fotografie o valanghe di libri, poi, ad esempio, si incendia la cupola della sindone a Torino e nonostante fosse appena finito un cantiere di restauro nessuno era in possesso di misure per montare i sostegni urgenti per evitare il crollo del tutto.

Marco Nardini, Amministratore delegato di Nikon Instrumens SpA, conforta il discorso di Rinaudo e racconta la sua esperienza alla Nikon, che per la  parte tridimensionale è più rivolta all’industria. Cita un esempio, a Parma, ove il capitolato è ben chiaro su ciò che si vuole costruire e lo conferma una mostra orientata al 3D per applicazioni industriali a cui ha potuto partecipare.

Vito Leonardo della Chiechi Digitarca di Bari riporta un caso di alcuni mesi prima avvenuto in un cantiere ove sono stati commessi errori grossolani a livello di margine di errore, ma per fortuna ora la committenza inizia a capire che ci sono tanti soggetti ambigui sul mercato che non danno alcun affidamento professionale. Quindi osserva che alla lunga questa generale diffusione della tecnologia paga, ma da per scontato che dovrebbe esistere una normativa a cui far riferimento, magari sostenuta da un’associazione di rilevatori.

Alberto Raschieri della Geomar.it di Mondovì, conferma che il Laser Scanner  ha deformato il processo del lavoro, dimenticando un po’ del lavoro manuale, approcciando una visione sbagliata sul modo in cui si fa un rilievo

Al termine della riunione, Alessandro Capra riprende il filo del discorso dicendo che il sistema non è maturo e non è pronto per la certificazione di qualità dei lavori del rilievo nel settore del laser scanning, mentre Andrea Cabrucci riprende con Fulvio Rinaudo il tema del collaudo del 3D molto utilizzato all’estero e mai tentato in Italia. Non esistono norme sui rilievi di nessun livello perché far finta che tutte le misure siano corrette paga di più che non farlo. Interviene Balzani evidenziando che l’intervento di Fulvio a man forte della opinione di Andrea ci conferma quanto siano veritiere le sue affermazioni  considerando anche che il collaudo andrebbe fatto a fasi e non dal collaudatore terzo come in cartografia, e quindi è la stessa ditta che come codice di qualità interna dovrebbe verificare se il progetto è fatto realmente bene ed esporre a seguire una relazione tecnica con le varie modifiche e in caso negativo ricominciare con i rilievi.

Ma la proposta di capitolati affidabili deve partire da un ente che venga riconosciuto facendo riferimento ai manuali d’uso di quella commissione geodetica chiusa pochi anni fa, proprio perché in Italia c’è una mancanza della formazione nella misura tecnica al quale in malo modo siamo ormai abituati. Gli intervenuti hanno convenuto sull’importanza di continuare a discutere dell’argomento ogni qualvolta se ne manifesti l’opportunità in simili manifestazioni del settore.

 

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