Progettare un programma informatico per Giotto e Cimabue

Sulle pagine de 'La repubblica' del 23/06/2011 si da voce al grido di allarme dei frati della Basilica Superiore di San Francesco d'Assisi, che denunciano la necessità di salvare gli ultimi dieci affreschi di Giotto e Cimabue, ridotti in frantumi dal terremoto che nel 1997.
Non vengono restaturati per mancanza di fondi.
I frati chiedono alle istituzioni pubbliche e private di finanziare i restauri sensibilizzando gli enti di ricerca a progettare un programma informatico con cui "leggere, codificare e ricomporre" su un monitor quel che resta delle figure frantumate: il passo iniziale per ricomporle realmente.

Dopo il sisma furono recuperati circa 300.000 frammenti degli affreschi, grazie all'intervento di 500 restauratori volontari, alcuni dei quali provenivano dall'Istituto centrale di Restauro, dalla Sovrintendenza dell'Umbria, alcuni erano professionisti dei Beni culturali dellaTuscia diretti dalla professoressa Maria Andaloro.

Secondo Sergio Fusetti, restauratore capo della basilica francescana "C'è bisogno di un programma informatico in grado di poter "leggere" sia i piccoli frammenti già catalogati, sia le immagini degli affreschi precedentemente fotografati, per poter ricomporre le intere figure non manualmente. Un progetto del genere è stato già allestito dall'università di Bari, ma funziona con pezzi non minuscoli. Per la nostra basilica serve un programma più sofisticato. Ma senza fondi non andremo da nessuna parte"

(Fonte: La Repubblica)

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