Indagini scientifiche sulle quattro repliche del “Cristo caccia i mercanti dal tempio”

 tallinn-painting 280Il progetto di ricerca “Tracing Bosch and Bruegel” è un intrigante caso di “investigazione artistica” condotta da un team multidisciplinare di “detective ricercatori”: storici dell’arte, conservatori e scienziati. Oggetto delle indagini sono quattro misteriose pitture del XVI secolo rappresentanti il “Cristo caccia i mercanti dal tempio”, tema decisamente influenzato dai famosi pittori Hieronymus Bosch e Pieter Brugel il Vecchio.

Il progetto vede coinvolti i quattro istituti da cui provengono le opere: il Kadriorg Art Museum di Tallin, Estonia; la National Gallery of Denmark, Copenhagen; l'Università diGlasgow in collaborazione con Glasgowlife (i Glawsgow Mesueums e Art Gallery), Scozia.


La ricerca si propone numerosi obiettivi: identificare l’autore o gli autori delle opere, rilevare le tecniche artistiche di produzione, fare luce sull’autenticità e valore delle repliche, ipotizzare quale percorso abbia portato alla separazione delle opere, lo studio dettagliato dei numerosi personaggi al fine di scoprirne storia e valori simbolici loro attribuiti.

I ricercatori sono ancora al lavoro sulle opere e stanno effettuando analisi chimiche e fisiche, strumenti rivelatisi efficaci per la scoperta dei materiali, delle tecniche produttive dei dipinti e più in generale della produzione delle repliche nell’Olanda del sedicesimo secolo.

La Galleria Nazionale di Danimarca è a capo del gruppo di tecnici e conservatori che stanno effettuando le analisi di riflettografia IR, radiografie (RX), microanalisi su pigmenti e leganti e misure dendrocronologiche

La riflettografia IR ha dimostrato che tutti e quattro i dipinti sono ampiamente supportati da disegni preparatori tracciati da differenti autori. Per esempio, è emerso dall’immagine IR che il disegno preparatorio del dipinto di Tallinn è molto netto e accurato, a differenza di quello presente sull’opera di Copenhagen, più semplicemente abbozzato.

Attraverso la riflettografia IR sono emersi anche i cambiamenti apportati dall’artista durante il processo di pittura: nel disegno preparatorio della tela di Tallinn la mano dell’orologio apocalittico (sul muro alla destra del tempio) indicava le undici, mentre nella pittura finale indica le 12; nel disegno preparatorio dell’opera di Glasgow è presente una figura in fuga dal tempio, sulla destra del Cristo, che viene nella versione finale quasi completamente coperta da un pilastro. Tramite la riflettografia sono stati messi in luce i differenti ritocchi effettuati sul quadro di Tallinn.

Le radiografie sono state effettuate per rilevare i cambiamenti apportati all’opera da parte dell’autore durante la pittura, ma anche per mano di restauratori in epoche successive. 

La radiografia del quadro  di Tallinn ha dimostrato che la pittura originale è in buono stato, con piccoli problemi di perdita dello strato pittorico nelle aree di congiungimento dei pannelli. Pitture postume risalenti al diciannovesimo secolo sono state evidenziate dalle radiografie. 

Ascrivibile allo stesso periodo è l’intervento atto a coprire la nudità del ragazzo presente nell’angolo destro inferiore. La pittura è stata asportata intenzionalmente probabilmente per rendere l’opera più “appropriata”.

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a) Artista olandese sconosciuto, alla maniera di Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel il Vecchio, Kadriorg Art Museum, Tallinn                                                                       

b) Seguace di Hieronymus Bosch (1450-1516), Collezione privata.

 

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c) Glasgow Museums, artista anonimo alla maniera di Hieronymus Bosch (1450-1516)                                                                

d) Artista olandese sconosciuto alla maniera di Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel il Vecchio, National Gallery of Denmark       

 

La pellicola pittorica è stata studiata prima al microscopio ottico, poi attraverso l’analisi delle sezioni sottili e, infine, osservata al microscopio elettronico. Dalla comparazione degli esami condotti al microscopio sui campioni prelevati dai quadri di Tallin, Copengahen e Glasgow risulta che i pigmenti usati sono  simili tra loro e conformi alla “tavolozza” usata dai pittori del sedicesimo secolo: il vermiglione/cinabro per il colore  rosso, il verderame per il verde, l’azzurrite per il blu, il Giallo di stagno-piombo, l’ocra, il bianco di piombo, il gesso per il bianco e per l’imprimitura e il carbone per il nero.

I colori sono aggiunti in modalità diverse a seconda del pigmento utilizzato, ma genericamente sono costituiti da strati di pittura opachi ricoperti di smalti traslucidi. Una vernice trasparente è applicata sulla superficie, saturando il film pittorico.

Attraverso la tecnica dendrocronologica è stato possibile datare il pannello del dipinto di Tallinn al 1560-1575 D.C.. Il legno di rovere frequentemente utilizzato nelle opere fiamminghe era probabilmente di origine polacca.


I risultati delle ricerche, ancora in corso, sono disponibili giorno per giorno attraverso Twitter e il blog del progetto creato dal team di Copenhagen e di Tallin, per condividere le informazioni e per far conoscere il lavoro dietro le quinte dei musei  e delle gallerie, dal lavoro dei conservatori a quello degli scienziati (http://bosch-bruegel.com).

 

Fonte: SMK National Gallery of Denmark (www.smk.dk)

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