In mostra a Roma fino al 3 agosto la statua di Athena Nike ricostruita in 3D

nike 3dUna dea plana sulla terra per celebrare la vittoria degli uomini: grazie alla multimedialità, la statua di Athena Nike rivive e mostra il suo aspetto originario con proiezioni tridimensionali, frutto di elaborati studi grafici, su idea di Paola Mainetti, Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group. A partire dal 6 febbraio e fino al 3 agosto, infatti, nello Spazio Espositivo Tritone di Fondazione Sorgente Group verrà inaugurata la Mostra “Athena Nike: la vittoria della dea. Marmi greci del V e del IV secolo a.C. della Fondazione Sorgente Group”. L’installazione tridimensionale ricostruisce virtualmente la statua, integrandone le parti mancanti e facendola rinascere. Nel buio dello spazio apparirà dinanzi ai nostri occhi la scultura recuperata dall’oblio del tempo in tutta la sua bellezza e integrità. Grazie a proiezioni di sfondo verrà inserita nel suo contesto originario della Grecia classica della seconda metà del V secolo a.C., l’età della democrazia ateniese di Pericle e della costruzione del Partenone.

La ricostruzione virtuale è realizzata da Paco Lanciano con la sua equipe di Mizar, grazie a sofisticati procedimenti informatici e installazioni illuminotecniche e audio e si basa scientificamente sull’accurato studio delle ipotesi ricostruttive e iconografiche della scultura del Prof. Eugenio La Rocca. Il coordinamento e la cura artistica sono di Paola Mainetti, Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, supportata da Valentina Nicolucci, curatrice per l'archeologia.

Per la prima volta in Italia vengono applicate le più sofisticate conoscenze informatiche su un’opera scultorea antica per restituirle le parti mancanti e renderla così facilmente comprensibile e fruibile al pubblico. L’arte antica si incontra con la tecnologia dei giorni nostri nella valorizzazione dell’arte. La scultura, realizzata nel 430 a.C. circa da un blocco unico di marmo pario, tra i più pregiati, doveva raffigurare Athena Nike alata. Nel passato la statua era una scultura votiva, collocata su una colonna o pilastro, a circa 5 metri di altezza, all’interno di un santuario attico o di ambiente filo-ateniese ed era rappresentata in atterraggio su uno sperone di roccia per celebrare le vittorie dell’esercito. Nella mano sinistra doveva tenere una corona di alloro o ulivo destinata al vincitore della battaglia, mentre nella destra un ramo di palma. La tradizionale egida, collocata sul petto completava e caratterizzava la dea, quale Athena, mentre le ali la connotavano come una Nike. È possibile che in età augustea l’Athena Nike di Fondazione Sorgente Group sia stata trasferita dalla sua sede originaria a Roma, dove venne restaurata e dove in età antoniniana sarebbe stata realizzata la sua copia marmorea, oggi conservata nel Glencairn Museum vicino Philadelphia in Pennsylvania, Usa. Per l’eccezionalità dell’opera il Ministero per i Beni e le attività culturali ha deciso di sottoporla a vincolo di tutela. Oltre all’Athena Nike la mostra contiene una collezione di marmi bianchi d’eccezione.

athena nike

Il viaggio nell’antichità continua infatti nello Spazio Espositivo Tritone, con due lekithoi ed una louthrophoros in marmo pentelico databili nel primo trentennio del IV secolo a.C., tutte con scena a rilievo conservata. L’esposizione di questi tre vasi marmorei all’interno di un’unica collezione privata rappresenta un caso unico, visto che gli esemplari esistenti in musei e di proprietà privata sono solo una decina in Italia. La lekythos integra è stata infatti sottoposta a decreto di notifica dal Ministero per i Beni e le attività culturali. Le lekythoi hanno la forma di vasi dal corpo allungato e collo stretto, mentre la louthrophoros quella di un’anfora interamente di marmo. Nell’antichità erano monumenti funebri celebrativi innalzati in memoria del defunto raffigurato a rilievo, di cui veniva spesso impresso il nome nel marmo, e per glorificare la famiglia di appartenenza. Così la louthrophoros esposta, detta “di Polystratos”, per l’incisione del nome, potrebbe essere appartenuta alla famiglia di Polystratos Deiradiotes, ricco proprietario terriero e personaggio di spicco della scena politica ateniese, ricordato, insieme con i suoi figli, da un'orazione di Lisia e raffigurato sull’anfora stessa. Nei tre monumenti marmorei compare l’atto della dexiosis, la stretta di mano fra due personaggi protagonisti della scena in rilevo, che secondo gli studi recenti rivestirebbe il valore simbolico di unione sentimentale e affettiva tra i defunti e i familiari ancora vivi, che rimangono indissolubilmente legati al di là della morte. Verrà pubblicato un catalogo descrittivo delle opere esposte a cura del Prof. Eugenio La Rocca, che vedrà la partecipazione di numerosi studiosi del mondo accademico (Eugenio La Rocca, Elena Ghisellini, Massimiliano Papini, Matthias Bruno, Alessandra Avagliano) edito da De Luca editore.

 

Fonte: Sorgente Group

Foto: La Stampa, Sorgente Group

 

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