Copie tecnologiche per la necropoli egizia di Saqqara

ptahemwiaIl Museo Archeologico di Bologna e il Laboratorio Protolab dell'ENEA di Bologna hanno realizzato alcune copie in marmo di due importanti rielievi egiziani provenienti dalle tombe del generale Horemheb e del maggiordomo regale Ptahemwia, che si trovano nella necropoli di Nuovo Regno a Saqqara, non lontano dalla piramide a gradino del faraone Gioser. Le copie sono state realizzate grazie all'impiego di tecnologie avanzate di ingegneria inversa, modellazione CAD 3D e prototipazione rapida e saranno esposte presso l'Istituto Italiano di Cultura al Cairo dal 4 al 19 febbraio 2013. Le copie, donate dal Museo Archeologico di Bologna all’Egitto, saranno trasferite a Saqqara entro la fine di febbraio e musealizzate nelle tombe di Horemheb e di Ptahemwia dalla missione archeologica olandese del Rijksmuseum van Oudheden e dell’Università di Leida, che scava da molti anni in questa necropoli. 

Il progetto rappresenta una tappa importante del Memorandum of Understanding sottoscritto nel 2011 tra il Museo Archeologico di Bologna e il Rijksmuseum van Oudheden di Leida ed è stato supportato da C.I.S.E. di Imola (Centro Italiano di Studi Egittologici), Rotary Club di Imola, Tarros S.P.A., UnoCad, Zanchetta Marmi e Associazione Amici del Museo Archeologico di Bologna – Esagono.

Daniela Picchi del Museo Civico Archeologico di Bologna ha spiegato che “la tomba di Horemheb  venne scoperta una prima volta negli anni 20 dell’ottocento, probabilmente la persona che la scoprì fu una donna, potremmo considerarla la prima archeologa, la prima egittologa di tutti i tempi, Amalia Nizzoli. Gli oggetti raccolti da Amalia e dal marito  vennero poi venduti al pittore bolognese Pelagio Palagi che li donò alla morte alla città natale Bologna. Ecco perché questo rilievo si trova a Bologna e testimonia lo smembramento di una tomba importantissima che è distribuita in musei di tutto il mondo Bologna, Firenze, Leiden, Berlino.”

Paola Giovetti, direttore del Museo Civico Archeologico di Bologna ha dichiarato che “Per quanto ci riguarda è il nucleo più importante forse della nostra collezione, materiali che sono stati sempre richiesti in prestito per mostre e che noi non abbiamo mai potuto concedere per questioni conservative. Grazie alle nuove tecnologie invece siamo riusciti realizzare in collaborazione anche con ditte italiane di grande livello e capacità artistica e artigianale le copie di questi rilievi.”

 

rilievo ptahemwia

La metodologia utilizzata per riprodurre i due rilievi nella maniera più fedele possibile, acquisendo informazioni  dettagliate sulla forma e sulle caratteristiche superficiali è uno scanner a triangolazione laser ad alta risoluzione che memorizza le coordinate spaziali di oltre 30milioni di punti per ogni rilievo.  

I dati raccolti così acquisiti sono stati utilizzati per elaborare i modelli virtuali tridimensionali dei due reperti presso il Centro ENEA della Casaccia successivamente inviati alle Società UNOCAD e  Zanchetta Marmi di Vicenza che hanno curato la fase finale della fresatura dei blocchi marmorei.

“Un’altra finalità del progetto - prosegue Picchi - è  quella di valorizzare, utilizzare, copie da originali per percorsi tattili, che noi ci immaginiamo non solo per non vedenti ma anche per vedenti che spesso non riescono a cogliere con gli occhi infiniti dettagli, così come sono infiniti i dettagli di questa iscrizione."

 

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Fonte e foto: ENEA

 

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