Restaurare o ricostruire ma in entrambi i casi con quali tecnologie?

Restaurare o ricostruire ma in entrambi i casi con quali tecnologie?

E' questo il dilemma di moltissimi edifici italiani che non rivestono un carattere monumentale, ma spesso sono solo un simbolo importante, come il caso che l'associazione SOS per Abbadia Alpina di Pinerolo (TO) ci ha sottoposto relativamente alla prossima demolizione del loro ex-Palazzo Municipale. 

Abbiamo ricevuto un appello che letteralmente recita come di seguito riportato:

"... è possibile che nell'era di industry 4.0 non si riesca a ristrutturare con le nuove tecnologie disponibili un portico ad archi del 1806 nel centro di Abbadia Alpina di Pinerolo TO 10064, già comune dal 1806 al 1929, ed ora messo in vendita con altri 390 mq al prezzo di 21.000,00 € dalla proprietà il Comune di Pinerolo?

Riceviamo la richiesta dal portavoce di un Comitato spontaneo comuneabbadia.wordpress.com, comitato sorto nel luglio del 2017 per la salvaguardia ambientale, architettonica, storica ed urbanistica dell’ala del municipio di Abbadia Alpina di Pinerolo (Città Metropolitana di Torino Cap 10064) , Palazzo del 1806 Arbora, già comune dal 1806 al 1929, dal nome del messo comunale e architetto progettista, edificio ad 1 piano con a piano terra un’ala di circa 100 m2; porticato ad archi di circa 100 m2, e primo piano, ora messo in vendita dal Comune di Pinerolo che ne è la proprietà , insieme ad un palazzo limitrofo, per totali 390 m2 circa.

"Stiamo rischiando tuttora ed abbiamo rischiato in questi ultimi 5 anni la demolizione e/o la parziale demolizione del primo piano da parte della Amministrazioni comunali di Pinerolo, attuali e passate, che sono anche la proprietà. Siamo preoccupati che il Sindaco in data 10/10/2019 sia ritornato con urgenza sull’argomento auspicando la demolizione:  anche perché con la demolizione tutti i problemi, che qui di seguito provo a sintetizzare, non esistono più."

Seguono alcuni punti per meglio descrivere la situazione da parte del Comitato:

- Il Palazzo Arbora 1806 municipio di Abbadia Alpina, è in uno stato di totale degrado e di abbandono, particolarmente negli ultimi 5 anni, in cui nulla è stato fatto dalla Amministrazione comunale, a differenza dell prelievo delle tasse versate dai contribuenti e dai titolari delle attività del territorio,  ma possiamo dire che la periferia di Abbadia Alpina è stata dimenticata completamente negli ultimi 30 anni, ignorando completamente le necessità della vita normale di un centro storico di 5.000 (cinquemila) Cittadini Abbadiesi, e quanto su detto è visibile su google Maps, modalità street view

 

 

Il Comitato spontaneo auspica e ritiene percorribile la  ristrutturazione completa conservativa del Palazzo Arbora 1806, dal nome del messo comunale e architetto progettista. Non per battaglie politiche, ma per motivazioni ambientali, storiche ed etiche.

"L’edificio è situato in Piazza Ploto, che dista circa 50 metri dalla Chiesa Abbazia di Santa Maria del Verano del X secolo con facciata di Juvarra 1729. Abbiamo come Comitato eseguito ricerche abbastanza approfondite, ed abbiamo particolarmente apprezzato il Capitolato del Palazzo scritto dall’arch. Giovanni Antonio Arbora,  in lingua francese di fine ‘700, molto ben scritto da far da scuola a molti capitolati di edifici nuovi. Nonché abbiamo ritrovato e raccolto numerose testimonianze scritte da Storici, i.e. Carulli, sull’arch. Giovanni Antonio Arbora e sulla buona resistenza sismica statica e dinamica opposta dalla struttura in occasione del terremoto imponente verificatosi nel Pinerolese nell’Anno 1809.

Oggi, crediamo, che il problema statico principale sia la copertura (tetto in coppi in legno), con il rifacimento della stessa, sarebbe urgente e tutto ok per un bel po’, più di cento anni e prezzi bassi; a differenza di quanto sostenute in perizie tecniche ed amministrative eseguite negli ultimi 5 anni, che quanto meno andrebbero riviste.

Il  bando di vendita  sulla manifestazione di interesse del Comune, specifica il prezzo di circa  € 50,00 al m2 e che poi seguirà stima analitica, il che, ritengo, rappresenti, un’altra eventuale anomalia, che va nel senso di poter favorire traffici illeciti e dispendiosi ricorsi legali (390 m2 al € 21.000,00 prezzo indicativo prima della perizia stima analitica! ):  http://www.comune.pinerolo.to.it/web/index.php/news/notizie/2552-invito-a-presentare-manifestazione-d-interesse-per-l-acquisto-dell-immobile-di-proprieta-comunale-denominato-ex-municipio-di-abbadia-sito-in-piazza-ploto-fraz-abbadia-alpina-pinerolo-to

Le nostre motivazioni a favore della ristrutturazione completa e conservativa e contrarie alla demolizione anche parziale, in sintesi:

i)  Il Comitato sorto per la salvaguardi nel 2017 https://comuneabbadia.wordpress.com/, di cui sono il portavoce, ha un seguito ed aveva fatto una petizione con raccolta di centinaia di firma di Cittadini Abbadiesi e Pinerolesi contrari alla demolizione; nel mese di ottobre 2018 siamo stati ricevuti dalla Soprintendenza della Città metropolitana di Torino ed il Comitato ha il sostegno ‘politico’ di circa 10.000 (diecimila) cittadini Pinerolese Abbadiesi; un altro Comitato il Comitato di quartiere sorto nel 2019, favorevole alla demolizione del palazzo, crediamo, non possa deliberare insieme al Sindaco per la demolizione del Palazzo a per la mancanza del quorum di Cittadini Abbadiesi presenti alla riunione del 10/10/2019 , necessario e previsto dalle leggi democratiche; il tutto documentato sul giornale online Piazzapinerolese.it , articolo a cui si rimanda, che riteniamo contenga molte inesattezze ( i.e. 1 milione di € previsti per la ristrutturazione, senza un computo metrico) e molti punti su cui si è più volte cambiata opinione  http://www.piazzapinerolese.it/2019/10/11/leggi-notizia/argomenti/attualita-18/articolo/si-alla-parziale-demolizione-di-piazza-ploto-via-libera-dal-comitato-di-abbadia-alpina.html.

ii)  come già trattato e discusso con la Regione Piemonte DIREZIONE TERRITORIO E PAESAGGIO, perché NON si può demolire per le Leggi italiane per motivazioni ambientali e storiche, che  si riconducono agli articoli 9 e 117 della Costituzione Italiana e alla   Nota del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Protocollo 10892/07 depositata al protocollo del Comune di Pinerolo in data 04 – 07 – 2007 si rileva al punto “ Secondo elenco “che [… omissis ] si invitava l’amministrazione Comunale di Pinerolo, in considerazione del valore storico e ambientale dell’immobile sopraccitato , a provvedere tramite gli strumenti urbanistici, alla conservazione delle sue caratteristiche tipologiche ed architettoniche” Estratto della Lettera del Ministero delle Belle arti del 2007 allegata, a cui si rimanda.

iii) Sia per gli interventi di demolizione iniziati e condotti, , in questi ultimi 5 anni, da due studi di progettazione e da una società che aveva iniziato la demolizione, asportando parquet , infissi e cornici dei serramenti al primo piano, tutti bene di valore e di  interesse architettonico ed urbanistico collettivo; per evitare i cosiddetti “bandi fotocopia”  e dare luoghi a traffici illeciti di un bene pubblico e di interesse ambientale e storico di tutti.

Di certo la forza emozionale della popolazione è stata usata spesso per ricostruire monumenti crollati, che forse non dovevano essere ricostruiti basandosi sui principi del restauro, come citava ad esempio Giovanni Urbani (direttore Istituto Centrale di Restauro negli anni '80) per il campanile di San Marco a Venezia per il quale nel 1903, a seguito del crollo per il terremoto, il consiglio comunale, riunito d'urgenza, ne deliberò la ricostruzione e il sindaco pronunziò più volte la famosa frase, che diventerà il motto di questa ricostruzione: «Come era, dove era.»

Ma in questo caso non c'è un terremoto demolitore, almeno fino ad ora.

Archeomatica riporta quest'appello rivolto a coloro che vogliano indicare tecnologie avanzate di restauro che possano abbattere i costi, oppure nel caso si decida la demolizione (anche in assenza - speriamo - di un terremoto) di indicare tutte quelle tecnologie adatte alla fedele ricostruzione per restituire ai cittadini di Abbadia Alpina il simbolo della municipalità democratica annegato nel loro patrimonio intangibile

 

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