Indagini conoscitive sul retablo di Castelsardo: radiografia, riflettografia IR e analisi dei materiali pittorici

Indagini conoscitive sul retablo di Castelsardo: radiografia, riflettografia IR e analisi dei materiali pittorici

Il presente contributo nasce da una collaborazione scientifica tra istituti e laboratori di ricerca con gli organi ministeriali preposti alla tutela e l'ente detentore delle opere. Oggetto di questa collaborazione è stato lo studio di un gruppo di dipinti attribuiti alla più importante personalità, rimasta sinora anonima, della cultura figurativa nella Sardegna del XV e XVI secolo.

Il Retablo di Castelsardo, opera fondamentale per comprendere l’evolversi dell’arte sarda tra il XV e il XVI secolo, che segna il passaggio dalle forme più tipicamente tardogotiche a quelle di influenza rinascimentale, è un polittico di cui sono giunti fino a noi soltanto tre scomparti e parte della predella (figg. 1-3), tutti custoditi presso il Museum Ampuriense di Castelsardo, ad eccezione della Madonna con Bambino e angeli musicanti, uno dei tre scomparti oggi collocato sull’altare maggiore della chiesa di Sant’Antonio abate attigua al museo.

Da questo Retablo ha preso nome il cosiddetto Maestro di Castelsardo, uno degli artisti più controversi del panorama artistico sardo degli ultimi decenni del Quattrocento la cui identità è da tempo oggetto di discussioni e ipotesi. Il Maestro insieme alla sua presunta bottega sono autori di numerose opere oggi custodite in Sardegna, Corsica, Spagna, Firenze e Gran Bretagna, che formano un corpus unitario caratterizzato dalla volontà di resa plastica delle forme all’interno di uno spazio tridimensionale ancora incerto nella resa prospettica.

In occasione del recente restauro del Retablo di Castelsardo, al fine di conseguire dati scientifici relativi alla conoscenza materiale dell’opera e necessari alle scelte conservative da intraprendere, è stata attivata una collaborazione tra l’allora Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Sassari e Nuoro, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e dei Materiali dell’Università degli Studi di Cagliari, l’ENEA, l’unità operativa di Cagliari dell’ISAC-CNR e la Diocesi di Tempio Ampurias, detentrice del Bene.

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Indagini conoscitive sul retablo di Castelsardo, caposaldo del tardogotico catalano in Sardegna
di M. Carboni, G. Carcangiu, O. Cocco, L. Donati, P. Meloni, P. Moioli, F. Persia, C. Seccaroni, M. Serci, L. Solla, A. Tognacci e P. Usai

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