Al via il restauro del dipinto murale di Mario Sironi alla Sapienza

Sapienza Università di Roma, Stefania Sepulcri (settore Ufficio stampa e comunicazione)

Durerà un anno e mezzo, a partire da luglio 2015, il restauro del grande dipinto murale di Mario Sironi “L’Italia fra le Arti e le Scienze”, realizzato nel 1935 in occasione dell’inaugurazione della Città Universitaria.

L'intervento sull'opera, che occupa una superficie di oltre 90 mq, sarà occasione per un cantiere didattico, che coinvolgerà gli allievi restauratori della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto superiore per la Conservazione e il Restauro, coordinati da restauratori docenti, e gli studenti dei corsi di laurea e di specializzazione in Storia dell’Arte seguiti da docenti del Dipartimento.

In un clima di reciproca, operativa collaborazione, i primi forniranno informazioni e spiegazioni sui materiali costitutivi, le tecniche esecutive e le vicende conservative dall’originale a oggi; i secondi approfondiranno le vicende storico-critiche dell’opera nel suo contesto.

L’intervento è il primo concreto risultato della collaborazione fra il MIUR e il MiBACT ratificata da un recente protocollo d’intesa sottoscritto nel marzo del 2015; in particolare, per l’opera di Sironi è stata siglata nello scorso mese di aprile una specifica convenzione firmata dalla Sapienza e dall’ISCR.

L’iniziativa intende affrontare in modo globale e completo, come mai prima è stato fatto, i problemi conservativi e di presentazione di questo straordinario dipinto, ampiamente ritoccato nel mutato contesto storico-politico dei primi anni Cinquanta, quando è stato in gran parte occultato sotto spessi strati di colore che hanno anzitutto coperto le effigi e i simboli del regime. Il precario stato di conservazione dell’opera aveva già richiesto, negli anni Ottanta, un intervento che tuttavia era stato limitato a porzioni circoscritte della superficie. A distanza di molti anni si rende invece necessaria un’azione conoscitiva e conservativa estesa all’intera superficie dipinta, supportata da una campagna di indagini diagnostiche che verranno eseguite dagli esperti scientifici dell’ISCR e dagli esperti in diagnostica dei beni culturali dell’Università.

Alle indagini sono affidati, in particolare, gli interrogativi sul reale stato di conservazione dell’originale dipinto di Sironi e sull’interazione tra questo e le successive, pesanti ridipinture. Attualmente i due Istituti, in due mesi di intenso lavoro comune, hanno effettuato un’accurata documentazione fotografica e raccolto le prime osservazioni visive a distanza ravvicinata, il materiale documentario utile e le pregresse indagini scientifiche a scopo diagnostico. Il completamento del grande e comodo ponteggio installato a spese dell’Università permetterà ogni ulteriore analisi finalizzata all’elaborazione del progetto di restauro che sottenderà il corso dei lavori.

 

restauro sironi

 

Approfondimento

Per la decorazione dell’aula magna, Marcello Piacentini indica al capo del Governo il nome di Mario Sironi. Il duce stesso riceve l’artista alla fine del 1933 e a lui affida “il compito arduo di illustrare il fascismo nella grande parete del salone dell’Università romana”. L’opera viene realizzata in appena due mesi. La pittura murale è una rappresentazione racchiusa in uno schema che ricorda un’immagine sacra, anche nella forma dello spazio simile ad un’abside. L’Italia è circondata dalle Arti e dalle Scienze: sono rappresentate l’Astronomia, la Mineralogia, la Botanica, la Geografia, l’Architettura, le Lettere, la Pittura, la Storia, quest’ultima simboleggiata da una donna in primo piano di spalle con un libro aperto. Sullo sfondo a sinistra l’arco di trionfo con un solo fornice e un’aquila (ridimensionati nel restauro del 1950) a rappresentare i trionfi romani. Sulla destra la vittoria alata con la spada.
Danneggiata gravemente durante la guerra, l’opera è stata poi restaurata negli anni “50 da Carlo Siviero che ha eliminato tutto ciò che poteva alludere al regime. Sono stati infatti cancellati un personaggio a cavallo - probabilmente Mussolini - e una iscrizione scolpita sulla montagna che riportava la data XIV, riferita al quattordicesimo anno dell’era fascista, sono stati ridimensionati l’arco romano e l’aquila. Siviero è inoltre intervenuto pesantemente sulla fisionomia dei personaggi.
Nel 1982 il dipinto è stato sottoposto a un restauro conservativo.

 

Fonte: Sapienza Università di Roma

 

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