La ricerca si è occupata della scansione tridimensionale e della ricostruzione di diversi frammenti che facevano parte di manufatti in legno di circa 171 mila anni fa, rinvenuti nel sito archeologico di Poggetti Vecchi, all’interno di un area di acque termali, in provincia di Grosseto.
Il gruppo di lavoro che ha svolto l’indagine, guidato da Biancamaria Aranguren della Soprintendenza di Siena e Grosseto, comprende ricercatori del CNR, dell’Università di Trento, dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e del PIN, un centro di ricerca di Prato specializzato nelle applicazioni informatiche all’archeologia, che ha effettuato le scansioni 3D e le successive ricostruzioni.
I manufatti, a causa della conformazione del sito archeologico, erano completamente immersi nell’acqua. La rappresentazione tridimensionale degli oggetti in legno è stata ottenuta impiegando lo scanner a triangolazione NextEngine Desktop 3D scanner. A causa della particolare condizione dei frammenti in legno, completamente bagnati ed estremamente fragili, è stata eseguita una parziale asciugatura delle superfici prima di ogni sessione di scansione. Sono stati scansionati 36 frammenti appartenenti a 9 manufatti in legno.
A seguito delle scansioni, in collaborazione con gli archeologi e i restauratori sono stati riposizionati virtualmente i frammenti in modo da ottenere una prima ricostruzione degli utensili in legno, operazione non possibile direttamente per l’estrema fragilità dei reperti.
La presenza di alcune aree bruciate nei manufatti rappresenta la prima testimonianza che i Neanderthal lavoravano il legno con il fuoco. Pertanto gli oggetti rappresentano una preziosa documentazione storica delle tecniche di lavorazione del legno dei Neanderthal.
I modelli 3D generati sono un potente strumento per preservare la geometria e il volume dei manufatti. Infatti, proprio per le caratteristiche specifiche del legno bagnato, la forma originaria dei singoli frammenti e, di conseguenza, l’esatta ricostruzione dei manufatti possono essere per sempre compromesse anche con un attento restauro.
I risultati della ricerca, comprendenti anche numerose analisi scientifiche, sono stati pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Fonte: Redazionale