Dagli anni 2000 l'uso dell'imaging iperspettrale di riflettanza nell'ambito della diagnostica dei beni culturali si è progressivamente affermato. Sviluppata inizialmente per le osservazioni della Terra da lontano, questa metodologia ha dimostrato un grande potenziale nello studio dei materiali impiegati dagli artisti e della loro distribuzione sulle superfici policrome. Oltre ad essere una tecnica non invasiva, l'imaging iperspettrale di riflettanza consente di raccogliere informazioni sia spaziali sia spettrali.
Viene acquisita, infatti, una sequenza di centinaia di immagini nelle regioni del visibile (400-750 nm) e del vicino infrarosso
(750-2500 nm); inoltre, ad ogni pixel dell'immagine è associato uno spettro di riflettanza. La possibilità di applicare diversi algoritmi di elaborazione delle immagini per la riduzione della dimensione del set di dati verrà illustrata attraverso casi studio reali. Infine, verrà affrontato il tema dell'integrazione della tecnica di imaging iperspettrale con altre tecniche analitiche e strumenti di ricerca. Il corso di imaging iperspettrale di riflettanza nell'ambito della diagnostica dei beni culturali promosso dal CCR digital Lab è indirizzato a professionisti quali restauratori, curatori e storici dell'arte ed è finalizzato all'acquisizione di una maggiore conoscenza delle potenzialità della tecnica e delle possibili applicazioni a fini conservativi.
Obiettivi
- Imparare le basi dell'imaging iperspettrale di riflettanza: limiti e potenzialità della tecnica nel campo della conservazione dei beni culturali
- Conoscere le caratteristiche del "cubo iperspettrale": come estrarre informazioni spaziali e spettrali dal set di dati
- Conoscere i possibili metodi di trattamento delle immagini: come documentare la tecnica esecutiva e i materiali impiegati dall'artista
- Integrare le informazioni ottenute dall'imaging iperspettrale con altre tecniche analitiche e indagini diagnostiche.
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