Il patrimonio culturale è un sistema ampio e complesso, che va dal piccolo artigiano alle aziende multinazionali ad alto contenuto tecnologico e innovativo. Tutto questo è stato raccontato per tre giorni a DNA Italia, il salone delle tecniche applicabili al Patrimonio Culturale di ieri e di domani, che si è chiuso registrando una partecipazione di visitatori professionali di alto livello.
Se si considera che da uno studio della Camera di commercio di Torino, risulta che solo nella Provincia di Torino operano circa settemila imprese riconducibili al settore dei beni culturali, è facilmente comprensibile come questo sia un ambito produttivo che genera occupazione e valore aggiunto. Anche per questo motivo il progetto DNA Italia è nato nel capoluogo piemontese, città che da anni investe molte risorse in cultura e innovazione.
DNA Italia si è inserito in un momento di acceso dibattito sui tagli alla Cultura, proponendo un’immagine diversa di quello che potrebbe essere per l’Italia il suo Patrimonio Culturale: non solo un’eredità da tramandare e da conservare, ma volano di sviluppo economico e crescita sociale. Come ha ricordato Fiorenzo Alfieri, Assessore alla Cultura della Città di Torino, durante il convegno inaugurale: “La cultura, oltre ad essere uno strumento indispensabile di educazione permanente per tutti i suoi cittadini, è anche un modo per produrre nuova ricchezza e per trasmettere segnali positivi di una comunità a livello internazionale”.
Nella giornata di sabato l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Michele Coppola ha visitato il Salone DNA Italia, prestando particolare attenzione agli espositori a forte vocazione tecnologica. Una presenza e un segnale molto graditi dalle aziende partecipanti. Per Michele Coppola “Le tecnologie sono un importante alleato della cultura. Valorizzare i beni culturali del Piemonte, attraverso l’applicazione di nuove tecnologie, significa creare occasioni di sviluppo socio-economico e turistico”
DNA Italia chiude vincendo una scommessa: quella di essere stato il primo appuntamento capace di creare una rete di interazione e comunicazione tra tutti gli attori coinvolti nel processo di valorizzazione dei beni culturali.
Dalle puliture manuali al laser per la rimozione dei segni del tempo, dalle resine naturali alle tecnologie di video webmeeting, dai restauri reali a quelli virtuali. E ancora le nuove applicazioni tecnologiche per la fruizione museale, le piattaforme interattive e il web 2.0 come risorsa per la promozione culturale ad un pubblico nuovo, le nanotecnologie per i beni artistici e l’archiviazione delle collezioni multimediali, sono solo alcune delle tecniche che sono state presentate all’edizione 2010 di DNA Italia.
Il Successo è stato registrato anche dal boom di download dall’Apple Store dell’applicazione DNA Italia è che permette di seguire tutto il salone dal proprio telefonino.