Quasi sembra di sentire il ticchettio delle punte del cavatore quando si entra nelle cave di Prun. Queste immense arcate danno vita ad uno scenario ad alto impatto emotivo nel confronto della pietra della Lessinia. Cave dall’immensa bellezza naturalistica, storica e archeologica, e che per le loro dimensioni vengono anche definite “Cattedrali di Pietra”. L’interesse storico per le cave di Prun nasce addirittura nella preistoria. L’utilizzo più antico che si conosca della pietra di Prun risale, infatti, all’Età del Ferro ed è legata alla costruzione di castellieri sulle dorsali dei Lessini.
Pietra che è stata cavata fino al 1956 quando in concomitanza con una delle prime leggi dei lavori in galleria è stata inibita la lavorazione all’interno di queste cave.
Dal 1956 queste cave sono rimaste ferme, ed oggi il progetto di associazioni culturali locali è quello di avviare un processo di riqualificazione:
- creando un museo permanente;
- creando percorsi tematici al suo interno dove è possibile scoprire come veniva estratta e lavorata la pietra, la sua caratteristica giacimentologica, geologica;
Ciò contribuirà alla divulgazione di una zona di grande interesse che abbraccia l’intero paese di Prun, dell’alta Valpolicella e dell’intera Lessinia. Oggi il processo di riqualificazione è iniziato mediante i rilievi dello stato di fatto di questi luoghi.
I rilievi sono stati effettuati con strumentazione di ultima generazione dotata di tecnologia Laser Scanner. Per complessità dell’oggetto e velocità di acquisizione è stato utilizzato un Laser Scanner Mobile con tecnologia SLAM, nello specifico lo ZebGo prodotto da Geoslam.
Qui puoi vedere una ricostruzione 3D della cava. Una delle parti rilevate ha una lunghezza oltre i 105 metri e una larghezza che varia tra i 13 e 25 metri.
L’intera area è stata rilevata in poco più di 12 minuti.
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