Nel Febbraio scorso, il progetto “INCEPTION - Inclusive Cultural Heritage in Europe through 3D semantic model”, candidato per il Work Programme Europe in a changing world – inclusive, innovative and reflective Societies (Call - Reflective Societies: Cultural Heritage and European Identities, Reflective-7-2014, Advanced 3D modelling for accessing and understanding European cultural assets), è stato ammesso al finanziamento dalla Commissione Europea, classificandosi primo tra 87 proposte.
Il progetto verrà sviluppato da un Consorzio di quattordici partner provenienti da dieci paesi europei guidato dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara (coordinatore scientifico il prof. Roberto Di Giulio) che si avvale delle strutture e dei ricercatori del Laboratorio TekneHub del Tecnopolo di Ferrara, afferente alla Piattaforma Costruzioni della Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna.
Tra le principali innovazioni proposte dal progetto: le metodologie innovative per la realizzazione di modelli 3D con un approccio inclusivo ai beni culturali; la possibilità di ottenere modelli interoperabili in grado di arricchire la conoscenza interdisciplinare dell’identità culturale europea da parte di studiosi, ricercatori e non esperti; lo sviluppo di una piattaforma open standard per “contenere”, implementare e condividere i modelli digitali.
Il gruppo di ricerca include in modo ampio e allargato le diverse declinazioni di identità e diversità del patrimonio culturale, valorizzando i sistemi di documentazione in grado di preservare memoria e identità del patrimonio culturale e concretizzando uno dei principali obiettivi che la Commissione Europea ha lanciato con il Programma Horizon 2020 e in particolare nel Societal Challenge 6 – Work Programme 2014-2015, che per la prima volta include il tema del Cultural Heritage: contribuire ad una più approfondita consapevolezza e comprensione del tessuto culturale europeo come ispirazione per affrontare le sfide contemporanee, accrescendo la conoscenza del patrimonio e delle sue diverse identità. A tal fine, le nuove tecnologie e i processi di digitalizzazione giocano un ruolo chiave poiché consentono nuove e arricchite interpretazioni del nostro patrimonio culturale comune, contribuendo al contempo a una crescita economica sostenibile.
La componente accademica del Consorzio, oltre al Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, comprende l’Università di Lubiana (Slovenia), la National Technical University of Athens (Grecia) la Cyprus University of Technology (Cipro) l’Università di Zagabria (Croazia) i centri di ricerca Consorzio Futuro in Ricerca (Italia) e Cartif (Spagna).
Il gruppo delle piccole medie imprese vede impegnate: DEMO Consultants BV (Olanda), 3L Architects (Germania), Nemoris (Italia), RDF (Bulgaria), 13BIS Consulting (Francia), Z+F (Germania) e Vision Business Consultants (Grecia).
Un consorzio interdisciplinare, in cui l’equilibrio tra ricerca e impresa spazia nei diversi campi specifici di interesse dei Beni Culturali, dalla documentazione e indagini diagnostiche del patrimonio alle strategie di salvaguardia, gestione e valorizzazione, fino alle tecnologie di acquisizione 3D, allo sviluppo di hardware, software e di piattaforme digitali finalizzate alla rappresentazione e disseminazione del patrimonio culturale, attraverso processi propri dell’ICT, all’analisi delle informazioni semantiche per un più ampio e approfondito utilizzo dei modelli digitali, fino alle ricerche di mercato e alla redazione di un business plan finalizzato alla valorizzazione economica del patrimonio culturale, colpito duramente dalla crisi finanziaria.
Parallelamente a strategie finalizzate alla definizione di un protocollo in grado di guidare le operazioni di digitalizzazione del patrimonio culturale, rispettandone esigenze e specificità, e a strategie di innovazione dedicate alla modellazione tridimensionale, anche attraverso un avanzamento dello stato dell’arte in termini di software e hardware, il progetto svilupperà sei casi studio, sei progetti pilota che, a partire dal riconoscimento delle specifiche esigenze di ogni singolo edificio o sito culturale, consentiranno di applicare diversi sistemi di acquisizione digitale per poi sviluppare una modellazione tridimensionale dedicata che renderà i modelli digitali utilizzabili da diverse categorie di utenti afferenti a diverse discipline, andando a popolare la piattaforma INCEPTION.
Il progetto INCEPTION punta alla effettiva conoscenza e diffusione del patrimonio culturale europeo anche attraverso uno Stakeholder Panel, un gruppo di istituzioni a livello europeo, già coinvolte in fase di preparazione del progetto, che costituiranno un significativo confronto con esperti del settore non solo dal punto di vista scientifico ma anche orientando la ricerca verso quelle strategie necessarie agli “utilizzatori finali” e alle istituzioni per ampliare la conoscenza, valorizzazione e disseminazione attraverso modelli digitali in grado di aumentare l'inclusività e l'accessibilità del patrimonio culturale europeo. Il progetto ripone grande importanza nel ruolo dello Stakeholder Panel, sia nel confronto scientifico interdisciplinare sui temi proposti che nel ruolo attivo di disseminazione ed effettivo utilizzo dei risultati della ricerca.
L’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro del MIBACT, l’Associazione Nazionali Musei Locali e Istituzionali, l’Istituto degli Innocenti di Firenze, il Technical Museum di Zagabria, la Municipalità di Unesic, Croazia, l’Architects' Council of Europe, con sede in Belgio, l’Athens Development and Destination Management Agency e la Municipalità del Piraeus, Grecia, il Castilla y León's Regional Ministry of Culture, Spagna, il Vereniging van Beheerders van Monumentale Kerkgebouwen in Nederland (Association of Administrators of Monumental Church Buildings), Olanda, e il Restoration Directorate, Ministry for Justice, Culture and Local Government di Malta, sono alcune tra le istituzioni che verranno coinvolte concretamente già dalle prime fasi del progetto, al fine di indirizzare la ricerca e i casi applicativi verso un utilizzo concreto e virtuoso dei modelli digitali del patrimonio culturale.
Gli istituti coinvolti nei "demonstration cases" del progetto, potranno vedere lo sviluppo di importanti applicazioni, strumenti e processi metodologici di grande utilità e interesse. Le strategie di disseminazione dei modelli digitali prevedono infatti sia applicazioni in situ per i visitatori, i turisti, gli studiosi e i ricercatori, che applicazioni da remoto che consentiranno il più ampio accesso possibile alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Fonte: Salone del Restauro di Ferrara (www.salonedelrestauro.com)