Geoarcheologia per il patrimonio culturale subacqueo in Campania

 

barcacampania archeosubL’ENEA e l’Associazione Marenostrum di Archeoclub d’Italia hanno firmato un accordo di collaborazione triennale per l’analisi di siti di interesse geo-archeologico e per ricerche sul patrimonio culturale subacqueo della regione Campania.

In particolare sarà realizzato nella primavera 2014 il primo “Spring Lab Geoarcheology” della regione che riguarderà l’area archeologica protetta della Gaiola sulla costa di Posillipo, area con notevoli potenzialità dal punto di vista turistico e naturalistico, e nella quale sono state individuate antiche opere marittime sommerse a ridosso dell’attuale linea di costa.

Si tratta di un laboratorio all’aperto di geoarcheologia costiera che consentirà all’ENEA di applicare innovative tecniche di ricerca e rilievo subacqueo, basato anche sull’utilizzo di brevetti specifici.

L’attenzione sarà focalizzata su un probabile ormeggio di epoca romana che attualmente presenta strutture sommerse o semisommerse in erosione.

Con la collaborazione degli archeologi sarà possibile connotare i manufatti antropici come indicatori per la lettura della dinamica dei fenomeni geologici costieri. Queste indagini geoarcheologiche potranno contribuire alle ipotesi sulla variazione del livello del mare dall’epoca romana ad oggi.

Le aree di studio si estenderanno successivamente ai principali golfi della Campania. Tra le finalità di questa collaborazione vi è anche lo studio per la fruizione in loco dei beni culturali sommersi della Campania attraverso la creazione di percorsi subacquei a tema.

Questo accordo rappresenta il frutto più recente di una proficua collaborazione interdisciplinare (ingegneria, geologia, archeologia) fra un gruppo di ricercatori del Laboratorio di Chimica Ambientale del centro di ricerca ENEA di Portici, ed il mondo dei Beni Culturali della Regione Campania: le Sovrintendenze, università, associazioni. Infatti, già in passato il centro di Portici, situato in prossimità delle principali aree archeologiche campane, si è occupato di alcune problematiche riguardanti il parco archeologico dell’antica Stabiae (Castellammare di Stabia) come pure della valorizzazione delle aree archeologiche sommerse dell’antica colonia romana di Sinuessa (Sessa Aurunca).

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Fonte: ENEA

 

 

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