Sabato 24 settembre, dalle ore 9.00 alle 18.00, l'Accademia Nazionale di San Luca, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio del 24 e 25 settembre 2011, presenta al pubblico i restauri delle due opere L'Archeologo di G.P. Panini e Paesaggio con monumenti romani di J.F. Van Bloemen, e il recente lavoro di rilievo diagnostico dell’opera di Raffaello San Luca dipinge la Vergine e il Bambino.
I due dipinti, di G. P. Panini e di J. F. Van Bloemen sono stati scelti per illustrare autorevolmente, nella mostra Architetture dipinte, dal Rinascimento al sec. XVIII che si terrà dal 18 ottobre prossimo al 22 gennaio 2012 al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, la sezione de "La Architettura dell'antichità; come paesaggio e altre evocazioni classiciste". L'organizzazione della mostra ha sostenuto le spese dei necessari lavori di restauro delle tele e delle cornici dei due quadri. In occasione di questa esposizione la tela di Van Bloemen è stata riportata allo splendore dei suoi colori originari, togliendo la vecchia vernice ingiallita dal tempo. Il dipinto ha riconquistato la vivacità della cromìa e la profondità dei piani, caratteristiche della pittura del Van Bloemen. Il dipinto del Pannini, sottoposto ad analogo procedimento da non molto tempo, ha invece goduto di un rinforzo e di una pulitura della sua ricca cornice ovale, contributo non piccolo di riflessi e luci per la leggibilità del dipinto in essa compreso. L’Accademia Nazionale di San Luca è così molto lieta di contribuire alla riuscita di una mostra che si preannuncia molto interessante scientificamente e di grande impatto visivo, rinnovando nell’occasione la già più volte felicemente sperimentata collaborazione con il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
San Luca dipinge la Vergine e il Bambino, riferito a Raffaello dalle fonti storiche e variamente attribuito dalla critica storico-artistica, dipinto-simbolo dell’Accademia, è attualmente oggetto di un’approfondita campagna di analisi scientifiche e ricerche tecniche. Lo scopo è di accertare, distinguere e descrivere i materiali costitutivi e quelli apocrifi; i processi compositivi originali e quelli conservativi, questi ultimi numerosi e invasivi nel corso dei secoli, fino ad arrivare al trasporto della pittura dal supporto ligneo a quello tessile. Ci si avvale a tal proposito delle tecniche di imaging multispettrale in alta definizione - ripresa della fluorescenza indotta da raggi ultravioletti, riflettografia infrarossa, radiografia digitale – integrate dalle indagini chimico-fisiche non distruttive e microdistruttive. Attraverso l’imaging multispettrale è possibile individuare le aree non originali, documentare il disegno sottogiacente e la tecnica di stesura, nonché le diverse tracce materiali (incisioni, ductus del pennello, sovrapposizioni di campiture, etc.) caratteristiche delle varie fasi esecutive. Gli esami chimico-fisici – a partire dall’analisi non distruttiva della fluorescenza dei raggi X (XRF) – permettono di caratterizzare gli strati pittorici e preparatori, nonché - attraverso le analisi di laboratorio effettuate su microprelievi – la successione stratigrafica e la mappatura in sezione dei materiali. Per comprendere l’importanza delle nuove tecnologie scientifiche, sia per la scelta delle strategie di conservazione e restauro, sia per la ricerca storica e tecnica sull’opera, nella Sala Grande dell’Accademia Nazionale di San Luca, è prevista l’esposizione dei principali elaborati prodotti durante l’attività di studio e di analisi sul dipinto di Raffaello attuata da emmebi diagnostica artistica s.r.l., e un filmato che, introdotto da Francesco Moschini, ripercorre le tappe fondamentali dell’attività di rilievo. Le operazioni del rilievo diagnostico, saranno a breve oggetto di una giornata di confronto scientifico, in cui saranno coinvolti studiosi ed esperti, introdotti da Stefania Ventra che ricostruirà la storia dei numerosi restauri a opera di autorevoli artisti come Scipione Pulzone, Carlo Maratti e Vincenzo Camuccini cui l’opera è stata sottoposta nei secoli, fino al più recente intervento di Pico Cellini nei primi anni ’50 del Novecento.
(Fonte: Accademia di San Luca)
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