Il restauro della Torre di Pisa

Il 20 e il 21 maggio 2011 sarà ufficialmente annunciata la conclusione del restauro della Torre di Pisa. E’ giunto infatti al termine il restauro delle superfici lapidee della torre, un intervento esemplare sotto il profilo della moderna metodologia e dell’organizzazione di cantiere. Sotto la direzione dell’Arch. Gisella Capponi, dell’Istituto Superiore Centrale per il Restauro, l’intervento si è svolto sui quasi 25.000 conci e su un’area di circa 7.335 mq.
Il restauro della torre ha preso il via dal cantiere studio del 2000 con il “Progetto per la conservazione delle superfici” istituito per verificare le diverse tipologie di degrado, un ‘tassello’ su cui sono stati testati metodi e tecnologie operative che sarebbero stati applicati all’intero parato murario.

 

 

Nel 2002 è iniziato il restauro della cella campanaria. Concluso l’intervento sulla sommità del campanile, da febbraio 2004 a dicembre 2010 si è proceduto al restauro dei sette ordini architettonici. Per tutto questo periodo hanno lavorato mediamente dieci restauratori, un impegno quotidiano e costante sfidando intemperie e problematiche legate alla particolarità della struttura della Torre ma, soprattutto,  consentendo sempre la salita dei turisti.
La pendenza della torre, la statica del tutto speciale che ha fatto del campanile pisano un’icona, hanno costituito dei vincoli imprescindibili per la definizione dei ponteggi e di tutte le opere provvisionali necessarie a consentire alla squadra di restauratori di operare in assoluta sicurezza, garantendo al tempo stesso di raggiungere tutti gli elementi architettonici e decorativi, compresi quelli in aggetto, su cui spesso si concentravano i fenomeni di degrado.

E anche sulle opere provvisionali è stato necessario sperimentare: sono stati ideati i due ponteggi circolari che hanno cinto, negli anni, i diversi ordini della torre, l’uno per operare all’interno dei loggiati e l’altro per raggiungere i capitelli decorati, gli spessori delle arcate tra una colonna e l’altra, le cornici marcapiano e, in definitiva di tutte quegli elementi posti ‘in aggetto’ rispetto al ‘cilindro’ del campanile.
Ogni ‘spostamento’ da un anello all’altro è stata un’operazione, spesso condotta a tempo di record, dalla rodata squadra di operai specializzati in restauri edili in altezza, cha hanno agito in quota e senza l’ausilio di piattaforme aeree. Con cinture e funi di sicurezza hanno condotto a compimento ogni operazione di smontaggio e ricollocazione dei moduli componibili di un ponteggio ideato appositamente per un caso esemplare come il campanile pisano.
Da agosto 2006 a dicembre 2007 è stato completato grazie ai fondi del Lotto il restauro delle superfici lapidee degli ambienti interni (canna e scale elicoidali).

Per una parte dei restauratori, impegnati nel restauro delle scale, l’orario di lavoro ha coinciso con l’orario di chiusura della Torre. Per non deludere le aspettative dei numerosissimi turisti che hanno visitato la Torre il restauro delle scale è stato eseguito di notte.

Tutte le fasi d’intervento sono state accompagnate da una vasta campagna fotografica eseguita da fotografi dell’Istituto Superiore Centrale per il Restauro con scatti in digitale e fotocolor 6x6, documentando il ‘prima’, ‘durante’ e ‘dopo’ l’intervento. Il sistema informatico “Akira GIS server” ha permesso di documentare lo stato di conservazione e gli interventi eseguiti su rilievo fotogrammetrico. Inoltre il sistema ha consentito anche l’inserimento di una banca dati riguardante analisi storiche, vicende conservative, relazioni scientifiche diventando uno strumento utile per programmare interventi periodici di manutenzione.

(Fonte: www.opapisa.it)

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