Nuove tecnologie per il restauro del Mammuthus meridionalis dell’Aquila

Mammuth-UVLa Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo ha avviato nel 2013 il progetto di restauro e valorizzazione dello scheletro di Mammuthus meridionalis “vestinus”, datato a circa un milione e trecentomila anni fa (Pleistocene inferiore), rappresenta uno fra gli esemplari più completi rinvenuti in Europa.


Da inizio ottobre 2014 è online il sito del cantiere di restauro "con lo scopo di comunicare, passo passo, l’evolversi dell’intervento riguardante un reperto di eccezionale importanza". Il restauro è stato reso possibile grazie alla donazione di 600mila euro della Guardia di Finanza ha deciso di sostenere il recupero e il riallestimento espositivo di questo scheletro risalente ad un milione e trecentomila anni fa, per solidarietà con le popolazioni colpite dal terremoto del 2009.

"All’indirizzo www.mammuthusmuseo.com si possono trovare tutte le informazioni sul restauro in corso, ma anche sulla storia di questa eccezionale scoperta avvenuta nel territorio di Scoppito (AQ) nel 1954, sui rinvenimenti di reperti paleontologici fino a i giorni nostri nel territorio aquilano e che ricostruiscono l’ambiente preistorico in questa conca. Navigando all’interno del sito si possono poi trovare tutte le notizie ed i link utili sugli altri siti e sulle manifestazioni riguardanti un settore molto specifico ma molto affascinante del patrimonio culturale.

Attualmente l’intervento di restauro, dopo lo smontaggio dello scheletro dalla struttura di supporto, dopo un’ accurata pulitura è ora nella fase di consolidamento delle ossa ed anche del loro studio biometrico. La scelta delle procedure e dei prodotti da applicare è stata effettuata sulla base di indagini diagnostiche eseguite nei mesi precedenti. In particolare negli ultimi giorni sono iniziati i bagni dei diversi elementi che compongono il reperto che consentiranno un ottimale consolidamento dei tessuti ossei. Le ossa dopo il trattamento di consolidamento, saranno sottoposte ad incollaggi, stuccature, integrazioni cromatiche delle parti ricostruite ed infine saranno sottoposte ad un trattamento con un prodotto protettivo". 

 

Il Restauro
Il restauro è iniziato alla fine di ottobre 2013 con prime operazioni di pulitura degli elementi ossei. Il restauro è stato eseguito eseguito dai restauratori E. Vinciguerra (capo cantiere) e M. Montanari coadiuvati nelle fasi di smontaggio da A. Canton e D. Scordo della Ditta A.R. Arte e Restauro, Direttore Tecnico Giorgio Socrate, consulente per il restauro in paleontologia dr. Paolo Reggiani.
Inizialemnte sono stati rimossi gli strati di sporcizia sullo scheletro e successivamente la pittura color avana delle parti ricostruite, circa un terzo della superficie totale. "Durante il secondo restauro, terminato all’inizio degli anni ’90, era stata fatta una scelta operativa in uso in quegli anni ovvero quella di trattare le parti ricostruite dello scheletro con uno strato di pittura uniforme che contrastava fortemente con la colorazione variegata propria delle ossa fossili".

 

Il restauro si presente al pubblico come un'iniziativa multidisciplinare. Le fasi di restauro sono state accompagnate da attività diagnostiche, analisi strutturali e documentazione 3D grazie al lavoro di alcune aziende del settore. Si riportano i dettagli sulle prime analisi effettuate.

 

Mappatura-Mammuth 

 

Analisi diagnostiche

Allo scopo di conoscere lo stato di conservazione del Mammuth sono state eseguite diverse analisi diagnostiche utili a definire le fasi dell’intervento di restauro.

Le analisi eseguite sono:

Indagini radiografiche (RX), su alcune parti dello scheletro, finalizzate ad una analisi della densità, alla definizione delle superfici di contatto non visibili tra le porzioni originali in osso e le parti ricostruite (integrazioni), al rilevamento dei perni metallici interni inseriti durante il primo restauro. Le riprese sono state effettuate con sistema radiografico digitale.

Campagna fotografica a luce normale e a luce ultravioletta (UV; immagine in alto) dell’intera superficie dello scheletro. Le informazioni che si possono trarre dal confronto delle foto, nelle diverse modalità, appaiono particolarmente significative ai fini di un esame preliminare (mappatura) delle alterazioni di superficie dello scheletro, che interessa sia le parti originali che quelle ricostruite.

Mappatura dello stato di conservazione dello scheletro (immagine) per mettere in evidenza materia, degrado, trattamenti. Ad esempio sono tracciati i limiti tra osso originale e ricostruito, le stuccature, gli strati soprammessi nei precedenti restauri, la presenza di fratture e la presenza di perni metallici rilevati con le radiografie. La mappatura permette di quantificare e indirizzare le modalità dell’intervento di restauro.

Analisi chimico-mineralogiche, sono stati effettuati numerosi prelievi di ossa e prodotti sui quali sono state eseguite indagini chimico-fisiche e mineralogiche. Le indagini hanno l’obiettivo di definire lo stato del materiale costituente il reperto e le sue alterazioni. Le indagini, inoltre, definiscono i prodotti utilizzati con i restauri precedenti (solo in parte noti) e la loro compatibilità con i prodotti per il restauro di nuova generazione. Campionature più profonde (carote) dovranno valutare lo stato di conservazione, consistenza, densità media, porosità e alterazione delle ossa degli arti.

Le indagini radiografiche sono state eseguite da “Diagnostica per l’Arte Fabbri” di D. Bussolari di Campogalliano (MO). La mappatura è eseguita dalla dr.ssa E. Ghezzo – Università degli Studi di Firenze – e da E. Vinciguerra – A.R. Arte e Restauro.

Le analisi chimico-mineralogiche sono state eseguite dal Dipartimento dei Beni Culturali e dal Dipartimento di Geoscienze dell’Università degli Studi di Padova con prof. G.Molin, dr.ssa I. Angelini, dr.ssa L. Santello e dal CSG Palladio con il dr. P. Cornale.

 

 

Analisi strutturale

mammuthus-aquilaL’analisi della struttura metallica è stata eseguita dall'Ing. Filippo Casarin di EXPIN s.r.l. – Advanced Structural Control di Padova e il rilievo laser scanner 3D è da Alessandro Rizzi di SMART 3K s.r.l., Trento.
L’analisi strutturale del telaio che sostiene lo scheletro di Mammuthus meridionalis ha avuto come obiettivo lo studio preliminare dello stato di fatto (assetto e staticità) e le indagini per definire il comportamento dinamico dell’insieme scheletro-telaio di supporto, attraverso il monitoraggio in situ degli spostamenti e delle deformazioni durante alcune operazioni di restauro del reperto. Questa analisi è importante durante lo smontaggio delle ossa e fondamentale qualora si debba procedere alla progettazione di sistemi alternativi/integrativi della struttura di supporto.

L’identificazione dinamica è stata effettuata mediante l’applicazione di accelerometri sulla struttura in acciaio che hanno registrato, attraverso uno specifico sistema di acquisizione, le vibrazioni naturali. Successivamente i dati acquisiti sono stati elaborati per la definizione dei modi fondamentali di vibrazione propri della struttura.

Lo studio ha evidenziato una notevole “deformabilità” della struttura che si configura in regime statico come una caratteristica della struttura non voluta, ma che ha tuttavia permesso al telaio, in regime dinamico, un grado di libertà del movimento che ha consentito di attenuare la forza del sisma del 6 aprile 2009.

Il rilievo della superficie totale dello scheletro e del telaio, effettuato con apparecchiatura laser scanner 3D, ad altissima definizione, ha permesso l’elaborazione di un modello tridimensionale indispensabile per l’analisi statica, l’analisi sismica dinamica, le valutazioni di tipo progettuale, la progettazione di eventuali sistemi di supporto integrativi o sostitutivi, per la valorizzazione multimediale.

 

E' possibile seguire gli aggiornamenti sul restauro su www.mammuthusmuseo.com

 

Fonte: Sito web del progetto

 

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