Il Ritratto di Signora di Klimt in realtà aumentata

Il Ritratto di Signora di Klimt in realtà aumentata

Gote rutilanti, capelli nero corvino, pelle incipriata in netto contrasto con il marcato sopracciglio e occhi cerulei sono le caratteristiche dominanti del celebre Ritratto di Signora di Gustav Klimt, 1917 (olio su tela, cm. 55x60), alla Galleria d’arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza. Un dipinto che porta con sé una storia rocambolesca, in opposizione alla vita poco mondana dell’artista. La tela rientra in un gruppo di ritratti femminili realizzati dal maestro viennese negli ultimi anni della sua vita (tra il 1916 e il 1918), alcuni dei quali rimasti incompiuti.

Klimt dedicò tutta la sua vita al disegno, ma anche al ritratto, soprattutto di donne della ricca borghesia viennese. Il quadro fu acquistato nel 1925 dal mecenate Giuseppe Ricci Oddi da Luigi Scopinich, per il tramite dell’architetto Giulio Ulisse Arat, e arrivò presso la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi nel 1931. A meravigliare non è tanto la scoperta che il quadro fosse stato dipinto sopra un altro ritratto, ma la storia del ritrovamento. All’ordine del giorno i ripensamenti degli artisti, quasi sempre senza una ragione specifica o guidati semplicemente dal disegno, dal colore e, quindi, privi della suspense, che rivede in questo dipinto, nella donna ritratta, la compositrice austriaca Alma Mahler Schindler amica di Klimt o l’ebrea Ria Munk, morta giovane e della quale la madre chiese a Klimt un ritratto. 

Il Ritratto sottostante: Ritratto di donna con un cappello, rappresentato unicamente nell’illustrazione pubblicata sulla rivista Velhagen & Klasings Monatshefte (XXXII-XXXIII. 1917-18, P. 32) ed esposto a Dresda nel 1912, svanisce nel nulla. La sua rivelazione fu merito di una studentessa, Claudia Maga da Broni, che all’epoca della scoperta (1996) era alunna dell’ultimo anno del Liceo Artistico Sperimentale presso l’Istituto Magistrale “Colombini” di Piacenza. La ricerca scolastica si basava sullo studio di circa dieci quadri di ritratti femminili esposti alla Galleria D’Arte Moderna Ricci Oddi. Il confronto del celebre dipinto Ritratto di Signora con un'immagine precedente al 1916-17, riprodotta in un volume dei Classici dell’Arte Rizzoli, ritenuta persa, si rivelò inatteso, molte erano le corrispondenze tra i due ritratti. A convalidare l’intuizione della studentessa furono le indagini scientifiche -raggi X (fig.2), infrarosso fotografico colore (I.R.C.), ultravioletto, fotografia della fluorescenza, riflettografia infrarosso e raggi X- affidate alla ditta romana il Cenacolo.

ritratto di signora Klimt indagine radiografica definitiva

Fig. 2 - Indagine radiografica, credits: Galleria D'Arte Moderna Ricci Oddi

donna con cappello

Fig. 3 - Ritratto di donna con un cappello, credits: Galleria D'Arte Moderna Ricci Oddi

Chiuso un capitolo se ne riaprì un altro, il 22 Febbraio del 1997 il dipinto venne trafugato. Per circa ventidue anni, nonostante la riapertura delle indagini nel 2014, non fu raggiunto alcun risultato. Tre anni fa, il 10 Dicembre 2019 è stato ritrovato casualmente in un vano esterno del museo: tralasciando i motivi del furto e la storia che ha tutto il sapore di un cult, riaccendiamo i riflettori sul Ritratto di Signora (fig.3) per un’esperienza interattiva.

Oggi, grazie alle più avanzate tecnologie, è possibile addentrarsi nei meandri reconditi di un’opera, estendendo il risultato delle indagini ad un pubblico più ampio. Cari lettori, e se vi dicessi che solo ora è possibile evidenziare lo strato emergente sotto il Ritratto di Signora (Fig.4)?

 

Struttura filtro

Fig.4 - Struttura Filtro

Le Tecnologie Immersive riescono a stimolare curiosità e interesse verso il patrimonio artistico e culturale. Uqido, azienda informatica dall’esperienza consolidata nel campo delle Tecnologie di Extended Reality (Realtà Aumentata, Realtà Virtuale, Realtà Mista), lavora a numerosi progetti inerenti il settore museale. Tra i più recenti si distingue proprio la seguente Esperienza di Realtà Aumentata.

Il progetto nasce, durante il primo lockdown, dalla volontà di portare i capolavori direttamente alle persone impossibilitate a recarsi fisicamente al museo. La committenza chiedeva un’esperienza compatibile con i device più comuni ed emozionante, atta ad evocare curiosità e meraviglia. Di qui la decisione di sviluppare un filtro per smartphone (fig.5), facile, intuitivo, ma soprattutto capace di funzionare sia sul dipinto vero sia su una fedele riproduzione.

 

 Fig. 5. Elemento del filtro, scanner a infrarossi

Grazie a SparkAR Studio, tool per lo sviluppo professionale di filtri ed effetti di Realtà Aumentata per i social media, Uquido ha realizzato una soluzione che raccontasse la storia dell’opera: il filtro fornisce una narrazione per immagini di come il dipinto Ritratto di Signora sia stato realizzato da Klimt sopra una sua opera precedente sulla stessa tela. L’oggetto 3D propone una fruizione dinamica e interattiva: puntando un device mobile sull’opera, l’utente assiste alla scansione a infrarossi della stessa, che culmina con la rivelazione del dipinto originario, dimostrando come esso sia diverso da quello definitivo.

Il filtro è stato ricevuto positivamente, portando a più di 100k visualizzazioni a soli quattro mesi dalla sua pubblicazione.

Numeri che rivelano un grande interesse verso soluzioni tech applicate al settore artistico. La scelta di un filtro applicato ai social media risponde anche all’urgenza di intercettare le nuove generazioni, in modo da far crescere in loro il desiderio e l’abitudine a frequentare gli enti museali.

Iniziamo?

  1. Assicuratevi di avere installato Instagram sul vostro telefono.
  1. aprite la fotocamera o un'applicazione per scansionare il codice QR (se il codice QR non è disponibile, clicca qui ).

NuovoFiltroKlimt

  1. abbinate l'immagine che vedete sul vostro telefono con l'immagine del dipinto qui sotto per attivare la realtà aumentata.
  1. Godetevi l'esperienza e condividetela.

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